Rassegne di Giurisprudenza

Non può desumersi la qualità di erede dalla denuncia di successione

a cura della Redazione Diritto

Successione - Qualità di erede - Accettazione dell’eredità - Denuncia di successione - Insufficienza - Atto meramente fiscale - Prova dell’accettazione dell’eredità - Necessità - Obbligazione tributaria.
L’assunzione della qualità di erede non può desumersi dalla mera chiamata all’eredità, né dalla denuncia di successione, che ha valore di atto di natura meramente fiscale, ma consegue solo all'accettazione dell’eredità, espressa o tacita, che rappresenta elemento costitutivo del diritto azionato nei confronti del soggetto evocato in giudizio quale successore del de cuius. (Nel caso di specie la Corte ha ritenuto illegittimo un avviso di accertamento ai contribuenti considerati legittimati passivi della pretesa tributaria sulla base della sola denuncia di successione in assenza di alcuna prova, da parte della Amministrazione finanziaria, dell'accettazione dell’eredità da parte del chiamato per potere esigere l'adempimento dell'obbligazione del suo dante causa).
Corte di Cassazione, Sezione 6 Civile, Ordinanza 19 ottobre 2022, n. 30761

 

Tributi locali - Invim - Soggetti passivi presupposto dell’accettazione dell'eredità - Assenza - Partecipazione alla dichiarazione di successione - Insufficienza - Rinuncia alla eredità - Omessa denuncia rettificativa - Riparto dell’onere probatorio tra amministrazione finanziaria e contribuente.
In materia tributaria, l’assunzione delle obbligazioni del "de cuius" richiede l’accettazione dell'eredità, essendo insufficiente la partecipazione alla denuncia di successione, sicché, seppure intervenuta tardivamente la rinuncia alla eredità ed omessa la rettifica della dichiarazione di successione, prevista dall’art. 28, comma 6, del d.lgs. n. 346 del 1990, l’assenza della pregressa accettazione esclude la legittimazione passiva per i debiti ereditari. Tuttavia, la rinuncia tardiva, senza rettificazione della dichiarazione di successione, legittimando l’Amministrazione finanziaria a notificare l’atto impositivo, impone al contribuente la costituzione in giudizio e l’onere di provare la sua estraneità ai debiti ereditari tributari, gravando sulla parte pubblica la prova della decadenza dal diritto di esercizio di una valida rinuncia.
Corte di Cassazione, Sezione tributaria, Sentenza 29 marzo 2017, n. 8053

 

Successione - Accettazione tacita dell'eredità - Comportamento complessivo del chiamato all'eredità - Valutazione - Necessità - Denuncia di successione e voltura catastale - Accettazione tacita - Configurabilità - Limiti.
L'accettazione tacita di eredità, che si ha quando il chiamato all'eredità compie un atto che presuppone la sua volontà di accettare e che non avrebbe diritto di compiere se non nella qualità di erede, può essere desunta anche dal comportamento del chiamato, che abbia posto in essere una serie di atti incompatibili con la volontà di rinunciare o che siano concludenti e significativi della volontà di accettare; ne consegue che, mentre sono inidonei allo scopo gli atti di natura meramente fiscale, come la denuncia di successione, l'accettazione tacita può essere desunta dal compimento di atti che siano al contempo fiscali e civili, come la voltura catastale, che rileva non solo dal punto di vista tributario, ma anche da quello civile.
Corte di Cassazione, Sezione 2 Civile, Sentenza 11 maggio 2009, n. 10796

 

Successioni "mortis causa" - Disposizioni generali - Accettazione dell'eredità - Modi - Tacita - In genere - Denuncia di successione e pagamento della relativa imposta - Accettazione tacita dell'eredità - Configurabilità - Esclusione.
La denuncia di successione ed il pagamento della relativa imposta non importano accettazione tacita dell'eredità, trattandosi di adempimenti di contenuto prevalentemente fiscale diretti ad evitare l'applicazione di sanzioni, come tali non implicanti univocamente la volontà di accettare l'eredità.
Corte di Cassazione, Sezione 2 Civile, Sentenza 28 febbraio 2007, n. 4783