Giustizia

La Francia arresta sette ex terroristi italiani - Cartabia: «Decisione storica, ora giustizia faccia il suo corso»

La situazione si è sblocccata dopo il colloquio del Guardasigilli col Ministro della Giustizia Francese Eric Dupond-Moretti

Sono sette gli ex terroristi fermati questa mattina in Francia. Altri tre sono in fuga. "Ha una portata storica la decisione della Francia, di rimuovere ogni ostacolo al giusto corso della Giustizia per una vicenda che è stata una ferita profonda nella storia italiana, per l'alto tributo di sangue versato e per l'attacco alle Istituzioni della Repubblica". Ha commentato la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, dopo la decisione di avviare le procedure giudiziarie richieste dall'Italia.

"Il mio pensiero oggi – ha proseguito - va innanzitutto alle vittime degli anni di piombo e ai loro familiari, rimasti per così tanti anni in attesa di risposte. Ringrazio le autorità francesi e in particolare il Ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, che fin dal nostro primo incontro ha mostrato una particolare sensibilità verso questa pagina drammatica del nostro Paese e una determinata volontà di collaborazione. In queste ultime settimane, c'è stato un intenso scambio di contatti a vari livelli delle Istituzioni, che hanno permesso di raggiungere questo storico risultato".

Il presidente francese Emmanuel Macron "ha voluto risolvere questo tema, come l'Italia chiedeva da anni. La Francia, lei stessa colpita dal terrorismo, comprende l'assoluto bisogno di giustizia delle vittime. Rientra anche, con questa consegna, nell'imperiosa necessità di costruire un'Europa della giustizia, in cui la mutua fiducia dev'essere centrale". Così l'Eliseo, secondo una dichiarazione diffusa da Le Monde. La presidenza francese precisa anche che le richieste di arresto rientrano "nel quadro della dottrina Mitterand, perché si tratta di reati di sangue", ossia in relazione agli impegni dell'ex presidente francese sugli ex terroristi responsabili di violenze.

Fonti dell'Eliseo tuttavia precisano che saranno necessari "fino a 2 o 3 anni" per l'effettiva estradizione. L'iter giudiziario infatti si aprirà con le udienze caso per caso in corte d'appello. Saranno poi possibili ricorsi in Cassazione, quindi - una volta conclusa la procedura - starà al primo ministro emanare un decreto di estradizione. Contro il quale potrà, ancora una volta, essere opposto ricorso davanti al Consiglio di stato.

I tre terroristi latitanti sono Raffaele Ventura, Maurizio Di Marzio e Luigi Bergamin. Di seguito invece le condanne di quelli arrestati.

Giovanni Alimonti - 66enne ex brigatista. Tra i vari reati per i quali è condannato c'è anche il tentato omicidio del vice dirigente della Digos di Roma Nicola Simone, avvenuto il 6 gennaio del 1982 e durante il quale lui stesso rimase ferito al braccio destro. L'ordine di esecuzione della pena è stato emesso dalla procura generale presso la Corte d'appello di Roma a marzo del 2008: deve scontare 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e la libertà vigilata per 4 anni per banda armata, associazione con finalità di terrorismo, concorso in violenza privata aggravata, concorso in falso in atti pubblici. Il mandato di cattura europeo emesso nei suoi confronti scade l'8 gennaio del 2022

Enzo Calvitti - anche lui 66enne ex brigatista, nato a Mafalda, in provincia di Campobasso. Deve scontare una pena di 18 anni, 7 mesi e 25 giorni e la misura della libertà vigilata per 4 anni per associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi. La sentenza è divenuta esecutiva a settembre del 1992, il mandato di cattura europeo nei suoi confronti scade il 21 dicembre del 2021.

Roberta Cappelli - l'ex brigatista, 66enne, è responsabile di 3 omicidi avvenuti a Roma: quello del generale dei carabinieri Enrico Calvaligi, ucciso l'ultimo dell'anno del 1980, dell'agente di Polizia Michele Granato (9 settembre del 1979) e del vice questore Sebastiano Vinci (19 giugno 1981). A suo carico anche il ferimento di Domenico Gallucci (sempre a Roma il 17 maggio del 1980) e del vice questore Nicola Simone, il 6 gennaio del 1982, di cui è responsabile anche Alimonti. Deve scontare l'ergastolo con un anno di isolamento diurno per associazione con finalità di terrorismo, concorso in rapina aggravata, concorso in omicidio aggravato. Il mandato d'arresto europeo scade il 30 luglio 2022

Narciso Manenti - Il 64enne originario di Telgate, in provincia di Bergamo, è un ex dei 'Nuclei armati contropotere territoriale' e dal 1985 è sposato con la francese Christine Andrè Marie Hayotte. E' stato condannato all'ergastolo per l'omicidio dell'appuntato dei carabinieri Giuseppe Guerrieri, ucciso a Bergamo il 13 marzo del 1979. Manenti ha anche una condanna a 2 anni e 6 mesi per ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi e a 3 anni e 6 mesi per associazione sovversiva e banda armata. Il mandato di cattura europeo emesso dalle autorità italiane scade il 6 luglio del 2023

Marina Petrella - la 67enne ex brigatista è responsabile, in base alle condanne, dell'omicidio del generale dei Carabinieri Enrico Galvaligi, di cui è accusata anche Roberta Cappelli, del sequestro del giudice Giovanni D'Urso, avvenuto a Roma il 12 dicembre del 1980, e dell'assessore regionale della Democrazia Cristiana Ciro Cirillo, avvenuto a Torre del Grego il 27 aprile del 1981 e nel quale furono uccisi due membri della scorta, dell'attentato al vice questore Nicola Simone (insieme a Cappelli e Alimonti). Il suo mandato di cattura europeo scade l'8 gennaio del 2022.

Giorgio Pietrostefani - il 78enne tra i fondatori di Lotta Continua e responsabile del servizio d'ordine del movimento deve scontare 14 anni, 2 mesi e 11 giorni per l'omicidio del commissario di Polizia Luigi Calabresi. L'ordine di esecuzione della pena è stato emesso il 15 luglio del 2008 dalla procura generale di Milano. il mandato di cattura europeo scade il 9 settembre 2023.

Sergio Tornaghi - Il 63enne, milanese, è anche lui un ex brigatista e tra i reati per i quali è stato condannato all'ergastolo c'è l'omicidio di Renato Briano, direttore generale della 'Ercole Marelli'. Tra le accuse anche partecipazione a banda armata, propaganda e apologia sovversiva, attentato con finalità di terrorismo e eversione, detenzione e porto illegale di armi, violenza privata. Il mandato di cattura europeo scade il 5 maggio del 2023.

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