Civile

Vaccino: soggetto da risarcire anche se il medicinale non è pericoloso in astratto ma nel caso specifico

La paralisi poliomielitica avrebbe potuto derivare dal vaccino, non perché pericoloso in tutti i casi, ma perché poteva contenere Poliovirus non disattivati o controindicato per quel paziente

di Giampaolo Piagnerelli

Legittimo il risarcimento del danno quando si ha la certezza che dal vaccino sono derivate al paziente conseguenze fisiche e psichiche decisamente invalidanti. Lo afferma la Cassazione con la sentenza n. 34027/22.

La vicenda. Venendo ai fatti un soggetto ha convenuto dinanzi al Tribunale di Roma, l'allora ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali perché fosse condannato a risarcirgli il danno quantificato in 1,8 milioni di euro. In particolare l'appellante esponeva che in seguito alla somministrazione della terza dose di vaccino (quando aveva 2 anni di età) - dopo che già in occasione dell'inoculazione delle prime due dosi aveva accusato febbre alta e paralisi alla gamba sinistra - anche l'arto inferiore destro era stato colpito da paralisi.
Da allora si era sottoposto a trattamenti e interventi chirurgici dolorosi. Nel 1986, poi, era stato riconosciuto invalido civile al cento per cento con handicap grave. Negli anni successivi erano stati diagnosticati altri disturbi e nel 2009, per la priva volta, sottoposto ad approfonditi esami e controlli presso l'ospedale di Ariccia, era stato accertato che la sua patologia derivava dalla vaccinazione antipolio.
Alla luce del verdetto del nosocomio, i giudici di prime cure hanno riconosciuto il danno e liquidato la somma di circa 150mila euro, mentre la Corte d'appello, non ha dato via libera a nessun risarcimento perché non era stato dimostrato il nesso di causalità tra il vaccino e l'insorgere della poliomielite. Il soggetto "menomato" ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Cassazione. I Supremi giudici ricordano che i giudici di seconde cure non hanno considerato la circostanza che la paralisi poliomielitica avrebbe potuto derivare dal vaccino, non perché pericoloso in tutti i casi, ma perché come emerso dalla Ctu "il vaccino Salk poteva contenere Poliovirus non disattivati o perché era da reputarsi controindicato avendo il bambino manifestato abnormi e gravi reazioni alle precedenti vaccinazioni".
Alla luce di queste considerazioni la Cassazione ha riconosciuto il risarcimento del danno e ha bocciato la tesi della Corte d'appello.

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