Deroga al reato di abbandono e tenuità del fatto per chi lascia per poco tempo i cuccioli davanti al canile

«Nessuna rilevanza assume ai fini dell'integrazione della condotta tipica di "abbandono" la proprietà degli animali domestici, quanto il potere di fatto esercitato sull'animale, sicchè la fattispecie è integrata non solo dal proprietario ma anche da chiunque detenga l'animale anche solo occasionalmente». Questo il principio richiamato dalla Cassazione in materia di abbandono di animali con la sentenza n. 9202/23. I Supremi giudici si sono trovati alle prese con una vicenda in cui un soggetto ha lasciato davanti a un canile una scatola con cinque cuccioli di cane. Entrando nel dettaglio le videocamere avevano ritratto la ricorrente depositare la scatola con gli animali alle ore 18.25 e alle ore 19.00 i cuccioli erano stati raccolti e messi in sicurezza dal personale del canile. Risulta, poi, dall'impianto giustificativo della pronuncia impugnata che i cani non avessero sofferto e che comunque il fatto si era verificato in prossimità di una struttura adeguata a soccorrere gli animali che da lì a poco avrebbe aperto. La videocamera posta all'ingresso del ricovero degli animali aveva rilevato, inoltre, come nella macchina della ricorrente ci fosse effettivamente una persona anziana che (a dire dell'appellante) necessitava di cure piuttosto urgenti. Alla luce della particolare vicenda la Cassazione ha accolto la richiesta di applicazione della particolare tenuità del fatto e non dell'articolo 727 cp (abbandono di animali ). Una sentenza in cui i Supremi giudici sono stati di manica larga perché non hanno rilevato il dolo di abbandono, quanto piuttosto una situazione di estrema emergenza per la ricorrente che poteva così beneficiare della particolare tenuità del fatto (ex articolo 131-bis cp). Una situazione come detto assolutamente particolare, perché se così non fosse il reato di abbandono verrebbe soppiantato dalla particolare tenuità del fatto e questa non era certamente l'intenzione del Legislatore.