Civile

L’assemblea condominiale detta le regole sui rifiuti

di Luana Tagliolini

La modifica del servizio di raccolta dei rifiuti per adeguarlo alle nuove prescrizioni igieniche comunali «è di esclusiva competenza dell’assemblea condominiale a cui spetta il compito di individuare le nuove modalità di espletamento del servizio comune» (Corte di Cassazione, ordinanza 30455/2018).

La vicenda parte da una condomina che impugnava una delibera assembleare con la quale il condominio aveva deciso la chiusura degli “scivoli” per lo smaltimento delle immondizie urbane e la predisposizione di un apposito locale comune.Per la condomina (disabile) l’innovazione risultava essere eccessivamente gravosa e anche le eventuali spese per l’eliminazione delle barriere architettoniche non avrebbero dovuto essere a suo esclusivo carico. In primo e secondo grado le sue istanze erano state respinte.

Anche per la Cassazione la delibera con cui i condòmini avevano deciso di innovare il servizio di smaltimento dei rifiuti urbani non aveva inciso sulla fruibilità del servizio comune perché atteneva alla modalità di conferimento dei rifiuti individuali, in ottemperanza, tra l’altro, a una specifica disposizione igienica dettata dal Comune, il quale si era limitato a chiedere che il locale adibito a deposito fosse accessibile agevolmente anche con appositi accorgimenti di aiuto.

Riguardo alle difficoltà a raggiunge il nuovo deposito rifiuti, la Cassazione ha ritenuto che il giudice non può operare scelte di merito nell’ambito delle materie che competono all’assemblea dei condòmini, potendo sempre l’attrice predisporre, a sue spese, una scala per superare le barriere architettoniche ai sensi della legge 13/1989.

Corte di cassazione - Ordinanza 30455/2018

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