Civile

Giustizia, alt del Tribunale a 4.250 assunzioni

Accolto il ricorso di Flp perché il ministero non haattivato prima la mobilità

di Gianni Trovati

Mentre la riforma del processo prova a farsi strada fra i travagli della maggioranza e gli organici dei tribunali assorbono il 70% degli ingressi collegati al Pnrr regolati dal decreto sul reclutamento ora in commissione al Senato, dal Tribunale di Roma arriva una bordata pesante sulla riorganizzazione della macchina della giustizia. L’ordinanza 11635/2021 del giudice del Lavoro accende il semaforo su un ricco elenco di assunzioni: nello specifico si tratta di «400 unità di personale non dirigenziale a tempo indeterminato per il profilo di direttore - organizzazione giudiziaria», «mille unità di personale non dirigenziale con contratto di lavoro a tempo determinato della durata di 24 mesi» (avviso del 18 marzo 2021), «150 funzionari giudiziari» (concorso 30 novembre 2020) e «2.700 cancellieri, oggetto del concorso indetto l’11 dicembre 2020». Tutte queste procedure, si legge nell’ordinanza, sono figlie di «un palese inadempimento». Quale?

Il problema è piombato in questi giorni sulla scrivania già parecchio affollata della ministra Cartabia, ma si è sviluppato lo scorso anno quando nell’ufficio più importante di Via Arenula c’era Alfonso Bonafede. La corsa alle assunzioni per rinforzare la squadra della nostra zoppicante giustizia aveva indotto i vertici ministeriali a “dimenticare” l’obbligo di attivare le procedure di mobilità interna «per ogni qualifica». Un obbligo, questo, che lo stesso ministero si era assunto con l’accordo sindacale del 15 luglio 2020. L’intesa fra l’amministrazione e i sindacati è dettagliata, e prevedeva un primo interpello il 30 novembre scorso per operatori e funzionari giudiziari oltre che per gli autisti, un interpello ordinario nazionale per tutte le qualifiche entro il 15 dicembre e altri due entro il 1° giugno e il 31 luglio di quest’anno. Ma il calendario sembra indicare che il ministero, mentre con una mano firmava l’accordo, con l’altra avviava procedure che lo ignoravano.

È nato da qui il ricorso della Federazione Lavoratori Pubblici, il sindacato che si è visto accogliere l’istanza cautelare urgente ex articolo 700 dal Tribunale del Lavoro di Roma. Il comportamento ministeriale, accusa Marco Carlomagno, il segretario della Flp, «ha negato un diritto a migliaia di lavoratori che da anni attendono lo svolgimento della procedura» per la mobilità interna, e nello stesso tempo «mette in discussione anche l’inserimento immediato dei neoassunti, perché le procedure d’interpello sono propedeutiche all’assegnazione delle sedi» per chi ha vinto i concorsi. Un bel guaio, scoppiato proprio mentre il ministero per la Pa guidato da Renato Brunetta nel decreto Reclutamento sta provando a rilanciare la mobilità con la cancellazione (salvo eccezioni) dell’obbligo di assenso preventivo da parte dell’amministrazione di provenienza.

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