Giustizia

Geografia giudiziaria, Avvocatura compatta contro un nuovo taglio

In Commissione giustizia della Camera si discute la «Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione degli uffici giudiziari». Bufera su una dichiarazione dell'onorevole Bazoli

di Francesco Machina Grifeo

Netta presa di posizione dell'Avvocatura contro l'ulteriore riduzione delle sedi giudiziarie. Il polverone si è alzato ieri dopo la diffusione delle dichiarazioni dell'onorevole Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in Commissione giustizia, durante la discussione della "Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione territoriale degli uffici giudiziari" (proposta di legge C. 2839 Scutellà). Nel verbale della seduta si legge infatti che secondo Bazoli "anche grazie alla possibilità di svolgere udienze da remoto, vi sia margine per accorpare e ridurre ancora di più il numero delle sedi giudiziarie". Sottolineando quindi che, "se l'obiettivo della proposta di legge in esame è quello di ridurre il numero delle corti d'appello e dei tribunali, il gruppo del Partito democratico non può che essere favorevole".

Per la Relatrice Elisa Scutellà (M5S) l'obiettivo della riforma è "aumentarne l'accessibilità da parte dei cittadini, non solo in termini di distanza chilometrica ma anche di presenza di effettivi collegamenti stradali e ferroviari, e di assicurare la presenza di un presidio di giustizia in territori ad alta densità di popolazione, a forte presenza criminale ed in cui sono ubicati istituti penitenziari ad alta sicurezza".

Secondo l'Organismo congressuale forense la riduzione delle sedi giudiziarie "non rende più efficiente la risposta di giustizia". "L'esperienza passata - si legge in una nota - è stata negativa (costi maggiori per i traslochi e nuove sedi e tempi più lunghi) e non possiamo permetterci di ricadere negli stessi errori". Non solo le udienze da remoto "devono continuare a rappresentare l'eccezione e non la regola" e non possono comunque "incidere sulla permanenza della giustizia di prossimità, che va potenziata. "Appare quindi prematura oltre che immotivata – conclude l'Ocf - la presa di posizione dell'on. le Bazoli espressa ieri in Commissione Giustizia".

E Bazoli interviene nel pomeriggio: "Non c'è alcuna intenzione da parte mia o del mio gruppo – afferma - di proporre ulteriori accorpamenti o soppressioni di sedi giudiziarie, ma, ove mai una nuova delega al governo dovesse essere discussa, si dovrà tenere conto di ciò che ha funzionato e ciò che non ha funzionato con l'ultima riforma, e anche delle evoluzioni del processo telematico che hanno cambiato le modalità di accesso alla giustizia". "Una precisazione necessaria – aggiunge - perché vedo che un mio brevissimo commento è stato male interpretato e trasformato in una proposta del Partito democratico".

La dichiarazione non è sufficiente a fermare la reazione dei giovani avvocati. E così di lì a poco arriva anche la nota dell'Aiga che esprime "forte preoccupazione per le dichiarazioni dell'On. Alfredo Bazoli sulla riduzione del numero delle Corti d'Appello e dei Tribunali". "L'On. Bazoli - rileva il Presidente Francesco Paolo Perchinunno - ha evidenziato come, anche grazie alla possibilità di svolgere udienze da remoto, vi sia margine per accorpare e ridurre il numero delle sedi giudiziarie. Sono assolutamente contrario ed è inaccettabile che le Istituzioni avanzino proposte simili". L'Avv. Perchinunno conclude ribadendo che "lo svolgimento delle udienze da remoto, metodo nato come una necessità momentanea dovuta al diffondersi della pandemia, è diventata la regola. Ma questo è in palese violazione di principi fondamentali del giusto processo".

Sul tema interviene anche il deputato di Italia Viva Cosimo Maria Ferri: "Accorpare gli uffici giudiziari non vuol dire garantire efficienza e ridurre i tempi della giustizia, sono contrario alla proposta Bazoli". E aggiunge: "Togliere un tribunale o una Corte d'appello significa allontanare dai cittadini un presidio di legalità e giustizia senza incidere sulla qualità della risposta".

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