Giustizia

Intercettazioni, nuovi costi obbligatori e non retroattivi

Il ministero della Giustizia fornisce con circolare agli uffici giudiziari le indicazioni per rendere operative i nuovi importi

di Giovanni Negri

Nuove tariffe per le intercettazioni in vigore a partire dal 15 dicembre 2022. Nessuna applicazione retroattiva. Obbligatorietà assoluta, senza margini di discrezionalità, degli importi determinati. Il ministero della Giustizia fornisce con circolare agli uffici giudiziari le indicazioni per rendere operative i nuovi importi, tanto più significative in un momento in cui tra le ragioni che hanno spinto il ministro Carlo Nordio ad affermare più volte la necessità di una riforma del sistema c’è anche il costo delle operazioni, tanto da prefigurare l’assegnazione di un budget a ogni Procura. Certo qualsiasi progetto futuro, almeno su questo punto, ma verrebbe da sottolineare anche sugli altri visto che l’ultimo intervento strutturale sulle intercettazioni è in vigore da poco più di due anni, dovrebbe almeno attendere un primo bilancio di quanto appena introdotto. In un contesto dove comunque i costi complessivi sono in calo da tempo , dai 300 milioni all’anno del 2010 ai poco più di 200 milioni (213) del 2021.

Va poi ricordato che il decreto ministeriale con gli importi era già previsto dalla riforma Orlando del 2017, poi operativa dopo più rinvii solo dal 1° settembre 2020. Di fatto però la determinazione delle tariffe è arrivata soltanto nel corso dell’amministrazione Cartabia, dopo un complicato passaggio parlamentare vista la delicatezza della materia.

Intanto, la circolare del ministero fornisce tre chiarimenti chiave. Il primo è relativo alla data di entrata in vigore dei nuovi importi che, in assenza di un’esplicita disposizione e di un periodo qualsiasi di vacatio legis, coincide con quella di pubblicazione del provvedimento con gli importi sul Bollettino del ministero e quindi lo scorso 15 dicembre .

Una seconda questione, di ordine intertemporale, riguarda l’applicabilità del tariffario alle prestazioni già in corso (o anche agli incarichi già conferiti) al momento della entrata in vigore del decreto, ma non ancora concluse o liquidate. Anche in questo caso a mancare è un’esplicita indicazione e allora la circolare osserva che «la valutazione maggiormente rispondente alle rilevazioni operate - all’esito della ricognizione delle prestazioni oggetto di liquidazione - debba fare riferimento al momento nel quale è stata disposta dal pubblico ministero, con relativo decreto, l’esecuzione delle operazioni di intercettazione all’interno del procedimento penale iscritto».

Infine, dalla Giustizia si chiarisce la natura tassativa e obbligatoria degli importi: ogni voce del listino infatti è comprensiva di ogni aspetto della prestazione di intercettazione richiesta, compresi tutti gli elementi accessori. Così, con l’eccezione dei casi per i quali il tariffario fissa solo il massimo, ma il decreto delinea i criteri per la determinazione dei corrispettivi agli operatori i margini di discrezionalità per le Procure sono azzerati.

Quanto al dettaglio degli importi, questi sono estremamente vari. Si va infatti dai 3 euro al giorno per l’intercettazione di telefoni fissi o mobili, ai 150, sempre a giornata, per l’acquisizione su dispositivi android non solo di audio, ma anche di video, rubrica, lista chiamate, localizzazione wifi, cella, gps, e memorie esterne, oltre alle chat whatsapp, facebook, signal e viber. L’intervento di “infezione”, attraverso virus informatico (l’ormai proverbiale trojan) costerà 250 euro, ma verranno corrisposti solo in caso di esito positivo. La medesima cifra, alla stessa condizione, paga poi l’operazione di installazione ambientale giorno/notte.

La microspia piazzata su una persona o su un oggetto costa fino a un massimo di 120 euro al giorno, mentre la sorveglianza fissa interna o esterna è in cifra fissa, 70 euro al giorno. Ma tra le prestazioni , trovano posto anche quelle di apertura porte, con riproduzione delle chiavi, retribuite a prestazione con importi che vanno da 1.000 a 2.000 euro a seconda della tipologia di ingresso.

Quanto a tutela della privacy, i fornitori devono assicurare l’esclusiva destinazione dei dati raccolti nel corso delle operazioni di intercettazione all’interno degli apparati installati presso le sale intercettazioni delle Procure.

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