Giustizia

Avvocati e commercialisti: "Al Paese serve stabilità" - Equo compenso e decreti Cartabia- a rischio

Dai presidenti dei due Ordini professionali Masi e de Nuccio l'"appello al senso di responsabilità delle forze politiche"

di Francesco Machina Grifeo

Equo compenso ma anche l'emanazione dei decreti legislativi per attuare i tre Disegni di legge delega contenenti le riforme del Consiglio superiore della magistratura e del processo civile e penale. Sono molte le iniziative legislative in materia di giustizia che rischiano di rimanere al palo a causa della possibile caduta del Governo Draghi. C'è da definire il voto degli avvocati nei consigli giudiziari ma anche il sistema della impugnazioni in ambito penale mentre nel civile va riempito di contenuti il sistema degli incentivi per le procedure di risoluzione alternativa delle controversie.

In questo scenario incerto arriva l'"accorato appello" del Consiglio nazionale forense e del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili "al senso di responsabilità di tutte le forze politiche nei confronti del Paese e dei cittadini al fine di individuare una rapida soluzione che ridia stabilità politica al Paese in un momento storico così delicato e precario per l'intera comunità".

In una nota congiunta, appellandosi al premier Mario Draghi e a tutti i partiti, la presidente degli Avvocati, Maria Masi, e il presidente dei Commercialisti, Elbano de Nuccio affermano: "La complessità della fase attraversata dal Paese impone il massimo impegno da parte di tutte le forze politiche al fine di assicurare al Paese e ai cittadini il sostegno economico dell'Europa e il perseguimento di azioni necessarie per l'attuazione dei diritti, dell'economia e della ripresa sociale sostanziale e non meramente formale del Paese".

"I professionisti e gli Ordini professionali – concludono – hanno investito molto in termini di risorse ed energie nel corso di questi difficilissimi anni non solo per salvaguardare le pur legittime aspettative delle rispettive categorie, ma anche per contribuire alla ripresa, per tutta la comunità civile, espletando molteplici attività "sussidiarie" e considerano davvero grave correre il rischio di sprecare ulteriore tempo e opportunità.

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