Penale

Patteggiamento allargato con più discrezionalità dell’autorità giudiziaria

Dopo le modifiche introdotte nel 2019 dalla «Spazzacorrotti»

di Giovanni Negri

Dopo le modifiche introdotte dalla legge “Spazzacorrotti”, la n. 3 del 2019, la discrezionalità del giudice nell’applicare o meno le pene accessorie riguarda anche i patteggiamenti con pene superiori ai due anni. Lo puntualizza la Cassazione con la sentenza n. 14238 della Sesta sezione penale. La pronuncia estende così al patteggiamento allargato quanto previsto per la richiesta di patteggiamento “ordinario”.

La pronuncia ricorda innanzitutto che, per effetto delle modifiche introdotte nel Codice di procedura penale dalla “Spazzacorrotti”, gli imputati per reati contro la pubblica amministrazione non possono più beneficiare, in caso di patteggiamento ordinario (con pene sino a due anni) del beneficio dell’esenzione dalle pene accessorie, come l’interdizione dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. La valutazione sul punto, superata la concessione obbligata, è ora nelle mani dell’autorità giudiziaria.

In questo modo, le novità previste vanno a colpire uno dei principali profili di premialità che caratterizzano il patteggiamento ordinario. Nella versione precedente della norma, infatti, il principio generale era quello del divieto di applicazione delle pene accessorie nei casi in cui la pena applicata fosse contenuta nel limite di due anni di reclusione, soli o congiunti a una pena pecuniaria.

Più incerta è invece la possibilità di applicazione della novità anche al caso del patteggiamento allargato, nel quale l’accordo processuale si riferisce a pene detentive superiori a due anni. Non dirime l’incertezza, anzi l’aumenta, la fattura, evidenziata dalla Cassazione, tra il contenuto della relazione di accompagnamento al disegno di legge e il testo normativo stesso. Dove la prima sembra fare propendere per un’esclusione, mentre il secondo tace sul punto, lasciando aperta la possibilità.

A sottolineare i diversi orientamenti era stato anche il Csm nel parere reso sul punto, avvalorando in questo modo la possibile estensione al patteggiamento allargato . Ed è un orientamento che adesso è fatto proprio dalla Cassazione che valorizza in questo modo l’inerzia del legislatore che, su questa materia, non ha ritenuto di dovere intervenire. resta così il riferimento a un testo normativo che, nel delineare il raggio di azione delle nuove disposizioni, fa leva sul riferimento ad alcuni reati, quelli contro la pubblica amministrazione, dalla corruzione alla concussione,.

«Ne deriva - conclude la sentenza -, che, in ragione del dato letterale della norma, la novella attrae nella sua sfera di efficacia non solo i casi di sentenze che applichino una pena non superiore ai due anni di reclusione, ma anche le ipotesi di patteggiamento cosiddetto allargato».

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