Professione e Mercato

Parte il congresso del Notariato - Lombardo: notai presidio di certezza. Non basta la firma digitale

di Giovanni Negri

Dall’equo compenso, al numero dei professionisti, al presidio di garanzia nell’era digitale, Salvatore Lombardo, presidente del Consiglio nazionale del Notariato fa il punto sulle questioni aperte, al centro del dibattito del Congresso che si apre oggi a Palermo al Teatro Massimo.

Uno dei temi “caldi” di questo scorcio di legislatura è senza dubbio quello dell’equo compenso. Non trova paradossale che possa riguardare una categoria a elevato status, almeno simbolico, come i notai?

No, assolutamente. Noi siamo pubblici ufficiali e liberi professionisti. E se liberi professionisti dovremmo avere una forma di compenso equo. Immolare su un falso principio di concorrenza quanto necessario per la professione è un esercizio di speculazione astratta. Una forma di regolamentazione dei compensi esiste ovunque nell’Unione europea, con l’eccezione dell’Olanda, che ci sta ripensando per altro. Ci sono costi elevati per la gestione degli studi, le strutture crescono anche dal punto di vista delle dimensioni, ormai negli studi notarili sono impegnate quasi 30mila persone.

In vista c’è un aumento del numero dei notai. Un’opportunità o un problema?

Di certo è in vista un rapporto diverso tra popolazione e notai per effetto della legge sulla concorrenza. Il numero degli atti nel tempo è pressoché uguale e allora aumentare il numero penalizza i giovani notai in termini di accesso e crescita. In un confronto con altri Paesi europei l’Italia ne esce con un numero di notai per abitanti tra i più bassi. Solo Malta, Grecia, Belgio e Romania hanno più notai di noi che ci attestiamo a 1 ogni 5mila abitanti, quando la media europea è di uno ogni 14mila.

Agli occhi dell’opinione pubblica il notaio è visto soprattutto come un costo. Luogo comune privo di fondamento?

Inviterei innanzitutto a valutare che spesso quello che appare come costo in realtà è pagamento di tributi. Ormai con l’obbligo di preventivo scritto però anche questo elemento dovrebbe trovare maggiore chiarezza. Il notaio dà una garanzia di certezza e sicurezza che, per esempio, una stipula di contratto solo digitale non può assicurare. Il notaio ritaglia l’atto sulla base delle richieste dei clienti. Dove non c’è il notaio latino, come negli Stati Uniti, la litigiosità è assai elevata.

La recente sentenza del Tar sulla possibilità di costituzione di start up senza notaio è un colpo basso?

Non credo proprio. Rappresento professionisti che hanno provveduto a costituire 129mila Srl semplificate senza chiedere un euro, non ci saranno problemi per 900 start up innovative.

Insomma, pensa a un notaio almeno 2.0?

Certo. Ci sarà ancora maggiore bisogno di certezza. Siamo nell’era delle fake news, come lei mi insegna. Dove sta la verità in un mondo dove le identità sono fasulle? C’è e ci sarà bisogno anche solo di avere certezza sugli interlocutori, sulle fonti, non basta la chiavetta con la firma. Ci sono già contestazioni su questo. Noi abbiamo già fatto un progetto di certezza della firma grafometrica.

Commercialisti e avvocati annunciano l’uscita dal Cup. E voi?

Valuteremo le ragioni che hanno condotto le categorie con cui da tempo lavoriamo insieme a questa decisione. In ogni caso, sarà oggetto di riflessione da parte del Consiglio.

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