Civile

Aspi: al vaglio del Tribunale di Roma la class action sul Ponte Morandi

Entro 30 giorni la decisione sull'ammissibilità

di Francesco Machina Grifeo

Entro 30 giorni il Tribunale di Roma (competente in quanto foro del convenuto) dovrà decidere sulla ammissibilità della class action presentata nei confronti di Aspi per il risarcimento dei danni subiti dai cittadini liguri - la richiesta è di 3mila euro ciascuno - a seguito del crollo del Ponte Morandi.

Questa mattina, riferisce l'avvocato Mattia Crucioli, legale della "ListaSansa" che ha promosso l'azione, si è tenuta l'udienza cd. "filtro", presso la XVII Sezione delle Imprese, che è andata avanti per circa un'ora e mezzo con l'intervento delle parti. Attualmente sono circa 12mila i cittadini liguri che hanno aderito all'azione (promossa oltre che dal Consigliere regionale Ferruccio Sansa anche dal consigliere Roberto Centi La Spezia). In caso di ammissione dell'azione, tuttavia, potranno aderirvi tutti i liguri (1,5mln di persone circa), in quanto appartenenti alla cd. "classe omogenea", e chiedere il risarcimento. È quello, infatti, il momento del "decollo" dell'azione di classe che potrebbe così raggiungere un valore potenziale di 4,5 mld di euro.

Il Tribunale, dunque, dovrà giudicare sulla ammissibilità della fonte del danno che (oltre agli inadempimenti contrattuali e concessori) viene per la prima volta definita su base geografica e parametrata ai maggiori costi subiti dalla popolazione a causa delle chiusure stradali e dei relativi cantieri. "Noi - spiega l'avvocato Crucioli - abbiamo fatto una perizia per l'aumento del costo della vita di chiunque si trovi in Liguria dovuto ai disservizi autostradali". Il danno patrimoniale è stato diviso in tre voci: l'aumento dei prezzi dei beni di consumo (a causa dei trasporti più difficili), il calo del PIL regionale e il calo del valore delle case: 977 euro di danni dal 2018 al 2020, più altri 977 euro dal 2020 al 2023 data di fine cantieri. A questi si aggiungono mille euro di danni non patrimoniali. Dopo la riforma del 2021, chiunque può aderire a una class action ma la difficoltà maggiore risiede proprio nel vaglio della cd. "omogeneità della classe". Ed è quello che contesta Aspi sostenendo l'impossibilità della "standardizzazione" del danno. "Un via libera da parte del Tribunale - conclude Crucioli - aprirebbe la strada a tutta una serie di nuovi risarcimenti".

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