Giustizia

Nordio si insedia a Via Arenula: "Voglio partire dai costi della giustizia"

"Quello che costa è la mancanza di affidabilità del nostro sistema giudiziario. Le aziende straniere non investono in Italia perché sono spaventate dalle lungaggini della giustizia

"Mai e poi mai, ho pensato alla separazione delle carriere come primo passo verso un controllo del governo sul pubblico ministero. Mi fa inorridire solo l'idea". Lo dice il neo Ministro della Giustizia Carlo Nordio, che parla della sua agenda in un colloquio con il Corriere della Sera e un'intervista su Il Messaggero.

"L'emergenza del Paese riguarda i costi dell'energia. Io voglio cominciare dai costi della giustizia - spiega -. Quello che costa è la mancanza di affidabilità del nostro sistema giudiziario. Le aziende straniere non investono in Italia perché sono spaventate dalle lungaggini della giustizia".

Poi "c'è il problema della cosiddetta amministrazione difensiva", aggiunge. Rispetto a questo Nordio vuole procedere a "una profonda revisione" della legge sull'abuso d'ufficio "per mettere tranquillità ai pubblici amministratori che non se la sentono più di prendere decisioni".

Il Guardasigilli spiega che intende seguire il programma della coalizione di centrodestra: "L'abolizione della Severino non c'è. E quindi non la abolirò. Lo stesso vale per l'ergastolo, anche se penso che andrebbe abolito. Idem per l'immunità parlamentare e per le intercettazioni che, secondo me, andrebbero limitate. Alcune sono indispensabili e altre dannose perché limitano la libertà dei cittadini".

La separazione delle carriere nel programma invece c'è. E Nordio intende occuparsene. L'indipendenza della magistratura "per me è un idolo. Se non ne avessi un rispetto sacrale non avrei fatto il magistrato ma l'impiegato".

Necessario anche velocizzare i processi: "In Italia pm e gip si sentono quasi obbligati a portare avanti il procedimento fino al rinvio a giudizio o all'archiviazione. Introducendo il potere per il pm di filtrare a monte i casi di cui viene investito e di non procedere per quelli che ritiene insussistenti, ci sarebbe un gran carico di lavoro in meno". Inoltre, "credo che la richiesta di arresto formulata da un pm dovrebbe essere vagliata da un collegio di giudici, meglio se di città diverse da quelle del pm, anche per evitare ogni tipo di contiguità".

Il profilo - Nato a Treviso, il 6 febbraio 1947, Nordio si laurea in Giurisprudenza a Padova nel 1970, entra in magistratura 7 anni più tardi dove resta fino al febbraio 2017, quando va in pensione. Giudice istruttore al tribunale di Venezia, dal 1982 svolge funzioni di pubblico ministero presso la procura veneziana, della quale, nel 2009, diventa procuratore aggiunto, e successivamente, dal 2013 al 2016, procuratore vicario, per chiudere la sua carriera come procuratore facente funzioni dell'ufficio lagunare.

Autore di numerose pubblicazioni, soprattutto su riviste giuridiche, di carattere economico e societario, ed editorialista su alcuni quotidiani, Nordio ha avuto importanti incarichi di consulente per diverse Commissioni, in particolare: tra il 1997 e il 2001 presso la Commissione parlamentare per il terrorismo e le stragi; dal 2002 e il 2006 presidente della Commissione per la riforma del codice penale e, nel 2017, coordinatore della Commissione di studio – istituita presso la presidenza del Consiglio dei ministri-ministero per gli Affari regionali – sullo status degli amministratori locali. Nei mesi scorsi, infine, e' stato nominato tra i consulenti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte dell'ex capo della comunicazione di Mps David Rossi.

Alle elezioni politiche del 2022, candidato alla Camera dei deputati nelle liste di Fdi, è eletto nel collegio uninominale Veneto 1-03.

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