Penale

Caporalato, confisca tarata sulla giusta retribuzione

di Patrizia Maciocchi

Nella confisca obbligatoria per il reato di caporalato, il profitto va calcolato sulla base dello stipendio medio di ciascun lavoratore secondo i contratti nazionali. La Cassazione (sentenza 34937) respinge il ricorso del gestore di un’ azienda tessile contro la condanna per un reato affermato in assenza dei presupposti di legge. In subordine, la difesa contestava il criterio di calcolo del profitto e anche il destinatario della misura, semplice “gestore” di un’attività tessile, intestata ad una società.

Il ricorrente negava lo sfruttamento e l’intermediazione illecita, perché i lavoratori, tutti extracomunitari, erano muniti di permesso di soggiorno e regolarmente assunti. Per la Cassazione il reato (articolo 603-bis del Codice penale) sta nella paga inferiore a quella prevista dal contratto nazionale del settore (7,02 euro). E proprio su questa va calcolata la confisca, in rapporto al numero di operai e alle ore lavorate. Quanto al ricorrente la misura colpisce lui, come responsabile dello sfruttamento e amministratore di fatto.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©