Penale

Niente rinvio dell'udienza se l'avvocato difensore ha l'appuntamento per la vaccinazione

Non è legittimo impedimento la profilassi che può essere riprogrammata e vige perciò l'obbligo di nomina del sostituto

di Paola Rossi

La programmazione della profilassi vaccinale non è un impedimento assoluto che solleva l'avvocato dall'obbligo di nomina di un sostituto: secondo la Cassazione l'appuntamento per la somministrazione della dose di vaccino è fatto agevolemente riprogrammabile per la possibilità di cambiare il giorno stabilito ed evitare la sua coincidenza con l'udienza.
Solo l'impedimento assoluto per ragioni di salute debitamente documentate e tempestivamente comunicate non obbliga il difensore a nominare un sostituto processuale o a motivare le ragioni della mancata nomina. E di conseguenza dà diritto all'avvocato di ottenere dal giudice il rinvio richiesto dell'udienza. Lo stato di malattia - per integrare il presupposto dell'impedimento assoluto - deve inoltre essere serio, imprevdeibile e attuale.

La Corte di cassazione, con la sentenza n. 23202/2022, ha perciò respinto il ricorso dell'avvocato contro il diniego del tribunale di sorveglianza cui aveva chiesto il rinvio dell'udienza incentrata sulla richiesta di misure alternative per il proprio assistito.

Nel caso concreto, quindi, non ricorreva un impedimento assoluto connesso a uno stato di malattia, cui non è equiparabile la somministrazione di un vaccino come quello anti Covid 19 di cui il ricorrente era stata fissata a cura del servizio sanitario pubblico la data della seconda dose. Infine la Cassazione chiarisce che, in difetto di un impedimento assoluto, l'avvocato non può essere sollevato dall'obbligo di nomina di un sostituto processuale facendo rilevare l'impossibilità di tale nomina in ragione del fatto che il proprio studio non si avvale di alcun collaboratore interno o esterno.

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