Civile

Giustizia civile, il Governo approva i decreti attuativi

di Maurizio Caprino, Patrizia Maciocchi

Erano stati individuati come necessari per l’attuazione del Pnrr e per questo annunciati in dirittura di arrivo nonostante lo scioglimento delle Camere. Infatti nella seduta di ieri il Consiglio dei ministri ha approvato i decreti attuativi della riforma della giustizia civile, oltre a quello che potenzia le funzioni l’ufficio del processo sia nel penale sia nel civile e ne prevede la presenza anche dove prima non c’era o non era chiaro che dovesse esserci. Sono tasselli fondamentali della riforma Cartabia della giustizia, per raggiungere entro fine anno gli obiettivi del Pnrr.

Resta per ora senza attuazione la riforma della giustizia penale, anch’essa contenuta nel “pacchetto Cartabia" avviato nel 2021. Politicamente è più delicata, ma rientra anch’essa fra le condizioni per incassare i 21 miliardi previsti dal Pnrr. Condizioni che hanno imposto di inserire le riforme della giustizia negli affari correnti dell’ultimo scorcio del governo Draghi. Ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri la parola va alle commissioni Giustizia di Camera e Senato per il parere consultivo da esprimere entro 60 giorni. Le dead line per l’approvazione sono fissate, per il penale, che approderà a palazzo Chigi martedì prossimo, al 26 novembre, mentre l’ultima data utile per licenziare i decreti attuativi della riforma civile è fissata al 26 novembre.

Ambizioso l’obiettivo delle riforme: abbattere il 40% dell’arretrato per il civile e il 25% nel penale.

La riforma del civile

Testimoniata dai numeri anche l’importanza della parte attuativa del civile, con 51 articoli distribuiti su 140 pagine. Lo schema di decreto legislativo, che entrerà in vigore il 30 giugno 2023, emanato in attuazione della n. 206/2021, interviene per ridisegnare, nella forma e nella sostanza, la disciplina del processo civile di cognizione, del processo di esecuzione, dei procedimenti speciali e degli strumenti alternativi di composizione delle controversie. Punto quest’ultimo qualificante della riforma, reso attrattivo da sgravi fiscali individuati dalla legge delega. Nelle norme attuative anche la riforma ordinamentale della famiglia, con l’istituzione del nuovo tribunale «per le persone, per i minorenni e per le famiglie». Disposizioni che si applicano ai procedimenti introdotti dal 2025.

Il processo civile

Cuore della riforma è il processo ordinario, rivisto all’insegna della semplificazione. Nel primo grado , nell’ambito di una nuova ripartizione delle competenze degli organi giudiziari, viene alzato il tetto del valore della controversia che può rientrare nella competenza del giudice di pace: elevata a 15 mila euro e fino a 30 mila nel contenzioso da sinistri stradali, con una riduzione dei casi in cui il tribunale opera in composizione collegiale. All’insegna della semplificazione la sopprimendo di alcune udienze, dal giuramento del consulente tecnico d’ufficio alla precisazione delle conclusioni, sostituita dallo scambio di note scritte. Tempi tagliati anche con l’obbligo del giudice di predisporre il calendario del processo alla prima udienza e con la previsione di un termine non superiore a novanta giorni dalla prima udienza per l’udienza per l’assunzione delle prove. In appello rivista la disciplina dei filtri, nelle impugnazioni dei “filtri”.

Corsia rapida per il giudizio in Cassazione, per definire i ricorsi inammissibili, improcedibili o manifestamente infondati. Per i giudizi presso la Suprema corte, introdotto anche il nuovo rinvio pregiudiziale.

Sull’onda della pandemia sono stati inoltre rafforzati gli strumenti informatici e le modalità di svolgimento delle udienze da remoto.

L’ufficio del processo

Per far “girare” adeguatamente le riforme, si punta sull’ufficio del processo, istituito nel 2012 ma solo ora destinato a decollare come squadra di assistenza ai magistrati per accelerare i procedimenti, usando meglio le tecnologie e trovando nuovi assetti organizzativi. Tutto ciò dovrebbe avvenire anche grazie alle competenze informatiche dei nuovi assunti e alla riqualificazione di addetti più anziani, sotto il coordinamento dei magistrati (i capi degli uffici dovranno fissare gli obiettivi ed eventualmente designare in aiuto altri colleghi) e con la partecipazione di magistrati onorari, cancellieri, tirocinanti e laureati in formazione professionale.

L’accelerazione passa anche dall’attribuzione all’ufficio del processo di compiti come studio del fascicolo, redazione di schede riassuntive e bozze di provvedimenti, preparazione di udienze e camere di consiglio, ricerche di giurisprudenza e dottrina e verifica degli eventuali presupposti per mediare la lite.

Lo schema di Dlgs istituisce l’ufficio del processo anche in Cassazione e nella Procura generale di quest’ultima e chiarisce che devono dotarsene anche i tribunali di sorveglianza.

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