Penale

L'accesso abusivo al sito di Beppe Grillo non è aggravato dall'interesse pubblico

La violazione del sistema informatico del blog personale del fondatore dei 5 Stelle non è provato che si sia estesa al sito del movimento, ma ugualmente l'aggravante non scatta per l'attività politica

di Paola Rossi

Il sito dell'ispiratore del Movimento 5 Stelle - beppegrillo.it - non è di "interesse pubblico", quindi l'accesso abusivo a esso non fa scattare l'aggravante, che aumenta da 5 a 8 anni le pene detentive previste per il reato base (da 1 a 3 anni). La Cassazione penale con la sentenza n. 24576/2021 depositata oggi ha precisato, infatti, che l'attività politica per quanto sia di sicuro interesse sociale non determina quell'interesse pubblico del sistema informatico che scatta, invece, quando questo sia dedicato allo svolgimento di funzioni di pubblica utilità al servizio di una collettività indifferenziata e indeterminata di soggetti. Non serviva quindi al ricorrente dimostrare che i plurimi accessi illeciti al sito di Grillo non avevano raggiunto il sistema informatico del Movimento 5 Stelle, perchè, come dice la Cassazione, non scatta l'interesse pubblico per l'esercizio di qualsiasi diritto costituzionale, quale è l'associazionismo politico. L'aggravante, in sintesi, si attaglia solo alle attività dello Stato e delle sue articolazioni nello svolgimento di attività istituzionali e nel caso dell'aggravante dell'articolo 615 ter del Codice penale solo per quelle sensibili come le attività militari.

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