Professione e Mercato

Energie rinnovabili, perché la Romania può essere un'opportunità per le imprese italiane

La Romania è uno dei Paesi più dinamici dal punto di vista dello sviluppo delle rinnovabili, come dimostrato dalla sua matrice energetica molto equilibrata. L'attrattività del Paese, dovuta anche a procedure agili e ingenti investimenti pubblici, potrebbe rappresentare un'opportunità per gli investitori italiani in cerca di mercati limitrofi.

La Romania è uno dei Paesi più dinamici dal punto di vista dello sviluppo delle rinnovabili, come dimostrato dalla sua matrice energetica molto equilibrata. L'attrattività del Paese, dovuta anche a procedure agili e ingenti investimenti pubblici, potrebbe rappresentare un'opportunità per gli investitori italiani in cerca di mercati limitrofi.

Negli ultimi due anni la Romania ha attirato un numero crescente di investimenti nel settore delle energie rinnovabili e le ragioni salienti di tale nuova ondata sembrano includere procedure burocratiche più snelle per il settore, investimenti pubblici (in corso, e futuri) e alta finanziabilità dei progetti.

Per saperne di più su cosa renda questo paese particolarmente attraente e sul come le aziende italiane potrebbero sfruttare questo potenziale, abbiamo chiesto delucidazioni all'Ambasciatore d'Italia a Bucarest nonché ad alcuni dei professionisti italiani direttamente implicati nel segmento in questione.

"La Romania risulta essere molto fertile per le imprese italiane", ci dice l'Ambasciatore italiano a Bucarest Alfredo Durante Mangoni. "Il settore dell'energia resta uno dei più sensibili per le Autorità romene, che continuano a investire anche sulle energie rinnovabili con l'obiettivo di rendere ancora più sostenibile la matrice energetica del Paese, già fra le più equilibrate in Europa. La Romania intende infatti proseguire nel cammino verso la sostenibilità, come indicato anche da Bruxelles, ampliando la sua autonomia grazie a investimenti nella produzione e distribuzione dell'energia da fonti rinnovabili. Se è innegabile che le reti locali di distribuzione devono migliorare in efficienza e capacità, vanno accolte con favore alcune misure legislative come quelle che facilitano la creazione di parchi fotovoltaici.".

Dal punto di vista giuridico il processo di sviluppo e messa in esercizio di un progetto "rinnovabile" è relativamente prevedibile.

"Per lo sviluppo di un progetto fotovoltaico di medie-grandi dimensioni si stima sia necessario circa un anno e mezzo mentre, per per un progetto eolico, circa sei mesi in più", afferma l'Avvocato Daniele Iàcona in qualità di responsabile della clientela italiana dello studio legale Schoenherr.

Sebbene rimangano da colmare alcune incongruenze nel quadro legislativo generale, alcuni recenti aggiornamenti hanno incrementato la fiducia verso questo settore. Ad esempio, aggiunge Iàcona, "da dicembre 2021 è finalmente possibile stipulare contratti a lungo termine per la vendita di energia (c.d. PPA), una novità che ha reso il mercato più stabile dal punto di vista finanziario".
Non da ultimo, in relazione alle prospettive legislative future del mercato, Iàcona menziona che "secondo quanto già annunciato dalle Autorità competenti, a decorrere dal secondo semestre del 2023, la Romania dovrebbe introdurre un nuovo sistema incentivante, definito di "Contract for Difference" (CfD), già in uso in altri paesi. E' un processo in divenire che merita comunque particolare attenzione"
.

Il valore degli investimenti che la Romania potrà realizzare utilizzando i fondi europei attraverso il PNRR e il Fondo per la modernizzazione supera i 16 miliardi di euro e le aree destinatarie saranno le energie rinnovabili, il processo di conversione dal carbone, lo sviluppo dell'energia nucleare, la cogenerazione, i biocarburanti e l'ammodernamento delle infrastrutture energetiche.

Inoltre, prosegue Paolo Barbieri di Rina Consulting East Europe, "per raggiungere gli obiettivi energetici e climatici dell'UE per il 2030, anche la Romania ha redatto un piano nazionale integrato per l'energia e il clima che prevede, tramite investimenti totali pari a 22,6 miliardi di euro, di aumentare la quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale di energia entro il 2030, nonché di incrementare il numero dei c.d. prosumer. Entro il 2030 la Romania intende installare capacità aggiuntive pari a 6.9 GW da fonti rinnovabili anche se, al fine di raggiungere l'autosuffienza energetica, questo obiettivo potrebbe presto essere rivisto al rialzo".

Anche la banche italiane presenti in Romania sono attente al segmento in questione.

"La possibilità di stipulare PPA ha reso il segmento delle energie rinnovabili certamente molto più attraente dal punto di vista bancario", afferma Alessandro Masotti Head of International Business in Unicredit Romania. "I PPA a lungo termine, insieme alla prospettiva di un'implementazione dei CfD già dal prossimo anno, faciliteranno nuove transazioni di Project Finance nel settore energetico. A questo si aggiungono ovviamente gli sviluppi positivi nel mercato regolamentare rumeno, oltre al grande potenziale di mercato del settore delle energie rinnovabili in Romania, dovuto principalmente a una crescita stabile e positiva della domanda di elettricità, trainata da 4 aspetti chiave:
i) bassi livelli di consumo elettrico,
ii) un trend di transizione energetica ed elettrificazione a lungo termine,
iii) sfide energetiche legate al contesto geopolitico attuale e
iv) la recente "REPowerEU" joint European action, lanciata a marzo per confermare l'azione europea a favore di un'energia più conveniente, sicura e sostenibile.
Tutte queste considerazioni sono alla base di nuovi ambiziosi target per finanziamenti green, la stessa UniCredit Romania ha formalizzato nel proprio multi-year plan una rilevante quota di finanziamenti dedicati ad iniziative green, anche tenendo conto dell'importanza crescente degli aspetti ESG ("Environmental, Social, and Governance") all'interno dei nuovi progetti di finanziamento, in particolare quelli legate al contesto delle energie rinnovabili".

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