Giustizia

Cartabia in Senato: sul PNRR tempi rispettati, investimenti per 2,8 mld

In settimana in Cdm un Dlgs di attuazione di una direttiva dell'Ue che va a completare un segmento importante della riforma della Crisi di impresa

di Francesco Machina Grifeo

In totale 2,827 miliardi di euro, così ripartiti: 2,282 mld per l'Ufficio del processo; 83,5 mln per la Transizione digitale (si tratta in particolare della digitalizzazione dei fascicoli); 50 mln per le nuove forme analisi dati (data lake); 412 mln per la riqualificazione degli uffici giudiziari. L'edilizia penitenziaria invece è fuori dai fondi diretti Pnrr, sono fondi complementari. È la fotografia resa dalla Ministra della Giustizia Marta Cartabia audita, martedì pomeriggio, in Commissione giustizia del Senato sull'Attuazione del Pnrr nel 2021.

La Ministra ha poi aggiunto: «Siamo allineati con i timing del PNRR, a questo momento non vediamo criticità». «Presto – ha proseguito – sarà approvato il nuovo Dpcm di attuazione per la creazione di un nuovo Dipartimento in Via Arenula dedicato completamente alla digitalizzazione, ai sistemi informatici ed ai servizi statistici. Attraverso questi strumenti vogliamo poter seguire passo passo i tempi della giustizia, gli andamenti di singoli settori ed uffici, in modo da poter intervenire tempestivamente».

Grazie al prossimo concorso per oltre 5.000 tecnici partirà infatti la digitalizzazione che seguirà "due grandi filoni". «La digitalizzazione – ha proseguito Cartabia - riguarderà, nell'arco di 10 anni, 11 milioni di fascicoli giudiziari, 2016-2026. È evidente il beneficio che si potrà avere da questa digitalizzazione: sotto il profilo della ricerca, della sicurezza, della anonimizzazione ecc. Il secondo grande filone di investimento, l'appalto però sarà nel secondo trimestre 2022, è l'adozione di un "data lake", si tratta di nuovi sistemi in cui si fanno confluire moltissimi dati che poi sono facili da estrarre per le varie finalità che supporterà la digitalizzazione del processo civile telematico, la Cassazione che era rimasta indietro, e poi il processo penale telematico».

Sull'Ufficio del processo la Ministra ha sottolineato come grazie al lavoro sinergico con Csm, Scuola della magistratura, Avvocatura, uffici giudiziari e Corti d'appello sono state individuate «soluzioni ottimali per collocare in maniera strategica le nuove risorse». «Degli oltre 8 mila addetti all'Ufficio del processo, sono in servizio alla data di ieri 6.528, il che vuol dire che il grosso dei giovani giuristi è già al lavoro», ha spiegato la Ministra, aggiungendo che «entro aprile si conta di completare le immissioni in servizio di tutti gli addetti».

Crisi di impresa - «Questa settimana, se tutto va bene, almeno le previsioni sono queste, in Consiglio dei Ministri sarà portato un decreto legislativo di attuazione di una direttiva dell'Unione europea che va a completare un segmento importante della riforma della Crisi di impresa e dell'insolvenza». La Ministra ha poi aggiunto: «Ci sono delle valutazioni in corso, lo avrete visto anche dai giornali, sulla necessità eventuale di rinviare, per lo meno di un certo periodo l'entrata in vigore del Codice della crisi di impresa, operando i necessari ritocchi». «Un'ulteriore segmento a cui stiamo lavorando - ha concluso -, ma siamo un pochino più indietro è quello di modificare il sistema dei reati fallimentari anche per allinearlo a questa nuova logica che riguarda appunto la crisi d'impresa».

«Il codice della crisi – ha ricordato Cartabia - stava per entrare in vigore, però è cambiato il contesto generale a causa della pandemia, dunque bisognava assolutamente intervenire per evitare di mettere in ginocchio le imprese e tutte le attività economiche provate dalla crisi pandemica ed oggi dalla nuova crisi dovuta alla guerra che ha un ritorno immediato, lo abbiamo visto, sui costi dell'energia che toccano le famiglie e le tantissimo le imprese». «Siamo già intervenuti - ha ricordato - con una prima tranche di misure con il decreto legge 118 del 2021, con l'obiettivo di preservare il valore dell'impresa prima e fuori dalle aule giudiziarie, quindi in assoluta riservatezza, si è introdotto un percorso volontario la composizione negoziata della crisi».

Entro il 2022 poi è attesa la riforma della giustizia tributaria che però «è incardinata fondamentalmente presso il Mef, per il primo e secondo grado». Un capitolo urgente perché «soprattutto la Cassazione è gravata da un numero di arretrato pari a circa 150.000 casi».

Sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura ha spiegato invece che anche se non è citata nel Pnrr, la Commissione Ue «la reputa anche implicitamente una riforma complementare da completare il 2022».

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