Civile

Assunzioni per l’ufficio del processo, più mediazione, «paletti» in primo grado: così cambia la giustizia civile

Il pacchetto del ministero per tagliare la durata del 40% Modifiche entro il 2 luglio, poi esame in commissione e via finale entro l’anno<br/>

di Valentina Maglione e Bianca Lucia Mazzei

Assunzioni per l’ufficio del processo. Riduzione delle liti in tribunale con il potenziamento delle alternative stragiudiziali. Modifiche alla procedura per accelerare i tempi. Un rito unico per i procedimenti in tema di crisi familiari e figli. Ma anche rafforzamento della telematica e procedure di recupero crediti più snelle. È una riforma a tutto campo quella che sta per investire il processo civile con l’obiettivo di tagliare del 40% la durata dei processi.

D’altronde l’efficienza della macchina giudiziaria è un elemento cardine per il successo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e la capacità del nostro Paese di attrarre investimenti esteri.

Le proposte messe a punto dal ministero della Giustizia guidato da Marta Cartabia si innestano sul disegno di legge delega presentato quando il ministro era Alfonso Bonafede e ora all’esame della commissione Giustizia del Senato: l’impianto è rimasto, ma la modifica ai contenuti è profonda. Il Pnrr prevede l’approvazione definitiva entro l’anno. «Il termine per presentare i subemendamenti è il 2 luglio - dice, Fiammetta Modena, relatrice in commissione Giustizia del disegno di legge delega -. Poi partirà l’esame in commissione». L’obiettivo è che il via libera del Senato arrivi prima dell’estate in modo che a settembre possa cominciare l’esame da parte della Camera dei deputati.

Le principali misure

Sull’onda del Pnnr, il Governo ha già varato il decreto legge (80/2021) che dà il via al reclutamento, con contratto a tempo determinato di quasi 17mila funzionari e assistenti da impiegare nell’ufficio del processo: in pratica, personale di staff del giudice per aiutarlo a sveltire l’esame dei fascicoli e a smaltire l’arretrato.

Le misure proposte dal Governo, poi, puntano a ridurre il numero delle cause che approdano nei tribunali - oltre 1,5 milioni lo scorso anno - rafforzando le procedure stragiudiziali di soluzione delle liti. A partire dalla mediazione, che viene resa più conveniente ampliando l’esenzione dall’imposta di registro, prevedendo crediti d’imposta per i compensi di mediatori e avvocati e il patrocinio a spese dello Stato; viene inoltre esteso il tentativo obbligatorio di mediazione ai contratti di durata. Anche la negoziazione assitita dagli avvocati guadagna nuove materie - le controversie di lavoro e l’affidamento dei figli delle coppie di fatto - ma non incentivi.

Numerosi, poi, gli interventi proposti per semplificare e sveltire i processi: da nuovi paletti nella fase introduttiva in primo grado, per arrivare alla prima udienza con la causa già istruita, al rito unico in materia di famiglie e figli, dalla spinta alla telematica alle sanzioni contro le liti temerarie.

Un pacchetto che però, in più punti, scontenta gli avvocati. L’Unione delle Camere civili ha criticato le nuove preclusioni nella fase istruttoria del rito e lamentato che il rafforzamento delle Adr riguarda solo la mediazione, mentre la negoziazione assistita finisce in realtà per essere depotenziata e l’arbitrato non riceve incentivi.

Ecco le principali novità in dieci punti:

1
Ufficio del processo
Quasi 17mila assunti per il team del giudice
Non solo modifiche normative. Per ridurre l’arretrato serve personale. Due terzi dei fondi del Recovery per la giustizia (2,3 dei 3,3 miliardi totali ) finanzieranno le 16.826 assunzioni a tempo determinato (2 anni e 7 mesi il primo scaglione, e 2 anni il secondo) previste dal Dl 80/2021 per il 2021-2024. L’obiettivo è rendere operativo in tutte le sedi l’ufficio del processo, struttura nata nel 2014 per aiutare il giudice, nella preparazione del giudizio (studio dei fascicoli, ricerche giurisprudenziali) e nel redigere provvedimenti semplici. Saranno soprattutto laureati in gurisprudenza, ma anche funzionari statistici e amministrativi. I bandi partiranno a breve.

2
Mediazione
Gli incentivi fiscali
rilanciano gli accordi
Risolvere le liti fuori dai tribunali è una delle carte su cui punta la riforma che prevede incentivi fiscali alle parti che partecipano alla mediazione fra cui l’esenzione dall’imposta di registro e un credito d’imposta fino a 600 euro per i compensi di avvocati e mediatori. Per il 2022 il finanziamento è di 4,4 milioni, che salgono a 60,6 dal 2023. Ampliate inoltre le materie in cui è obbligatorio effettuare almeno un incontro di mediazione prima di avviare il processo : entrano i contratti di associazione in partecipazione, di consorzio, di franchising, di opera, di somministrazione, di rete di subfornitura e di società di persone. Gli amministratori di condominio potranno siglare l’accordo che dovrà poi ricevere il sì dell’assemblea.

3
Negoziazione
L’aiuto degli avvocati
per le coppie di fatto
Proposti interventi anche sulla negoziazione assistita, un istituto nato nel 2014 che permette ai litiganti di risolvere bonariamente le liti in alcune materie con l’aiuto degli avvocati. Finora utilizzata soprattutto per separazioni e divorzi consensuali, verrà estesa alle crisi delle coppie di fatto. Potrà contenere patti sui trasferimenti immobiliari, però non direttamente trascrivibili.
Gli avvocati potranno svolgere attività istruttoria stragiudiziale, nel rispetto del principio del contraddittorio e con la partecipazione di tutti gli avvocati delle parti coinvolte, ma senza l’aumento delle parcelle previsto dal testo iniziale. Le prove raccolte si potranno usare nel giudizio di merito.

4
Crisi familiari
Rito unico per figli, separazioni e divorzi
Il Governo propone di introdurre un rito unico per i giudizi che riguardano «persone, minorenni e famiglie»: si utilizzerà per separazioni, divorzi, affidamento dei figli delle coppie di fatto e procedimenti sulla responsabilità genitoriale, celebrati di fronte al tribunale ordinario, a quello per i minorenni o al giudice tutelare. Il nuovo rito unico non si applicherà alle adozioni. Si prevedono inoltre nuovi poteri per il giudice, che potrà adottare (anche senza una richiesta) provvedimenti relativi ai minori, e si dà spazio alla mediazione familiare: in ogni tribunale ci sarà l’elenco dei mediatori.

5
Primo grado
Atti iniziali completi per decidere prima
Valorizzare la fase introduttiva delle cause di fronte al giudice monocratico per arrivare alla prima udienza avendo chiari l’ambito e la portata dei mezzi di prova e le questioni da risolvere. Con questo obiettivo si prevede che l’atto di citazione e la comparsa di risposta indichino in modo chiaro e specifico i fatti e gli elementi di diritto e le difese e, a pena di decadenza, le prove.
Il giudice potrà fare una proposta di conciliazione finché non trattiene la causa in decisione.
Se poi i fatti di causa sono non controversi, l’istruzione è su prova documentale o di pronta soluzione o richiede un’attività non complessa andrà usato il rito semplificato.
Possibile un aumento di competenze del giudice di pace.

6
Appello e cassazione
Ricorsi sintetici
e procedure veloci
Sia per il giudizio in appello che in Cassazione, l’obiettivo è semplificare e velocizzare le procedure. In entrambi i casi i motivi dell’atto introduttivo dovranno essere formulati in modo puntuale, chiaro e sintetico. Nell’appello viene ripristinata la figura del giudice istruttore che supporterà il collegio giudicante. In Cassazione viene introdotto un procedimento accelerato per dichiarare inammissibilità, improcedibilità e infondatezza, mentre l’udienza pubblica riguarderà solo i casi di rilevo. I tribunali potranno chiedere alla Corte di esprimersi su questioni di diritto di particolare importanza (rinvio pregiudiziale) e, nell’attesa, sospendere il giudizio.

7
Lavoro
Processi più semplici sui licenziamenti
Il Governo intende intervenire anche sui procedimenti di impugnazione dei licenziamenti per unificare le regole, anche quando devono essere risolte questioni relative alla qualificazione del rapporto di lavoro (per cui oggi si applica il rito Fornero, che ha creato difficoltà interpretative). Si prevede che saranno trattate in via prioritaria le cause in cui il lavoratore chiede di essere reintegrato.
Si vuole poi introdurre la possibilità (non l’obbligo) di usare, nelle controversie di lavoro, la negoziazione assistita dagli avvocati di lavoratore e datore, senza necessità di ratifica in sede sindacale o amministrativa.

8
Esecuzione ed espropri
Anche il debitore potrà
vendere l’immobile
Per velocizzare i tempi entro cui i creditori possono venire soddisfatti, la riforma prevede diversi snellimenti fra cui l’avvio del processo di esecuzione solo con copia attestata conforme all’originale delle sentenze e l’accelerazione delle procedure di liberazione degli immobili soprattutto quando sono occupati in modo abusivo. In tema di vendite immobiliari la novità di maggior rilievo è l’introduzione della vendita privata, ossia della possibilità per il debitore che ne fa richiesta di vendere direttamente il bene pignorato a un prezzo non inferiore al valore di mercato, evitando che il ripetersi delle aste determini il deprezzamento del bene.

9
Processo telematico
A regime le udienze
da remoto e scritte
Per rafforzare l’uso del digitale nel processo civile si propone di vietare le sanzioni sulla validità degli atti che non rispettano i requisiti di forma, limiti o schema informatico se hanno comunque raggiunto lo scopo.
Si stabilizzano poi alcune novità sperimentate nei mesi di emergenza: per le udienze civili che non richiedono la presenza di soggetti diversi dagli avvocati delle parti, il giudice può disporre, se le parti non si oppongono, che si svolgano con collegamenti audiovisivi a distanza o che siano sostituite dal deposito telematico di note scritte (quest’ultima modalità deve anzi essere disposta se tutte le parti lo chiedono).

10
Liti «temerarie»
Sanzioni a chi è in causa con malafede
Un colpo alle liti temerarie, portate avanti da chi sa di essere nel torto o fatte solo per prendere tempo. Potrebbero infatti scattare nuove sanzioni per chi soccombe in giudizio e abbia agito o resistito con malafede o colpa grave: il giudice potrà (anche d’ufficio) condannarlo, oltre che a rimborsare le spese all’altra parte in lite, anche a pagarle una somma stabilita in via equitativa (non superiore al doppio delle spese liquidate). Inoltre, potrà imporgli di versare alla cassa delle ammende una somma fino a cinque volte il contributo unificato o, se è esente, fino a cinque volte il contributo per le cause di valore indeterminabile

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