Civile

Amministratore di sostegno alle Poste, Il Cnf scrive a Nordio: "Messaggio fuorviante"

Per il Presidente Francesco Greco l'accesso agli strumenti di tutela del cittadino non può che passare attraverso gli ortodossi presidi di legalità

di Francesco Machina Grifeo

Anche il Consiglio nazionale forense scende in campo contro il progetto Polis, l'iniziativa promossa dal ministero della Giustizia e dal ministero delle Imprese e del Made in Italy in convenzione con Poste italiane, per cui, per ora in via sperimentale in otto comuni, è possibile proporre il ricorso per l'istituzione dell'amministratore di sostegno presso gli uffici postali ed anche presentare il relativo rendiconto. I municipi coinvolti sono: Chiusa (Bolzano), Candelo (Biella), Alberobello (Bari), Tolmezzo (Udine), Candiana (Padova), San Felice al Circeo (Latina), Collecchio (Parma) e Aragona (Agrigento).

Il Presidente del Cnf Francesco Greco ha così scritto al Guardasigilli, Carlo Nordio, affermando che è «f ortemente fuorviante il messaggio inviato secondo cui il ricorso per l'istituzione dell'amministratore di sostegno può essere proposto presso un ufficio postale o che allo stesso venga inoltrato il rendiconto dello stato patrimoniale della persona sottoposta ad amministrazione di sostegno o a tutela». «L'accesso agli strumenti di tutela del cittadino, tra i quali rientra a pieno titolo quello dell'amministrazione di sostegno – spiega il Presidente del Cnf - in determinate situazioni non può che passare attraverso gli ortodossi presidi di legalità di prossimità che ne assicurano la concreta effettività».

«Non si può in nome del propagandato efficientismo – prosegue Greco - fornire al cittadino una informazione parziale che potrebbe portare a comprimere i diritti di difesa, specialmente se riguarda i soggetti più deboli, e a limitare la funzione e il ruolo degli avvocati», e auspica che per il futuro «in ipotesi di attivazione di altri progetti» il ministero si avvalga della compartecipazione dell'avvocatura che «può essere di enorme supporto al fine di scongiurare ulteriori limitazioni alla tutela dei diritti».

Nel presentare l'iniziativa il ministro Nordio aveva affermato che il progetto è utile "per portare il servizio giustizia il più possibile vicino ai cittadini e alle loro esigenze". Aggiungendo che "con la giustizia di prossimità il cittadino può accedere a tutti i servizi che una volta gli imponevano trasferimenti lunghi e costosi, senza muoversi dal proprio comune di residenza".

Nei giorni scorsi si erano espressi criticamente anche l'Ordine di Roma e il Movimento forense. Il presidente degli avvocati capitolini, Paolo Nesta, ha osservato :"Va benissimo la giustizia di prossimità, quello che ci lascia perplessi è quella parte dell'accordo che prevede la possibilità di chiedere la nomina di un amministratore di sostegno con un semplice modulo, come se si trattasse di acquistare dei francobolli, delle raccomandate". "Ci sono situazioni in cui l'assistenza di un legale è indispensabile".

Mentre il Movimento forense con i presidenti f.f. Elisa Demma e Alberto Vigani aveva denunciato: "il Ministero sottoscrive una intesa che fissa in euro 6,20 il costo per una amministrazione di sostegno, demandando ad un ente, i cui dipendenti sono privi della terzietà, della formazione minima necessaria per far fronte alle necessità di soggetti deboli e bisognosi di tutela dei diritti fondamentali oltre che della capacità di svolgere il controllo di legalità proprio degli uffici giudiziari". M.V. ha anche presentato una istanza per accedere ai dati della convenzione con le Poste chiamando in causa il Garante della privacy, paventando possibili lesione rispetto ai dati dei soggetti interessati.

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