Professione e Mercato

In lista per il bonus da 200 euro un professionista su cinque

Più di 311mila le domande già presentate alle Casse per il sostegno anti inflazione: un terzo arriva dagli avvocati. Nessun problema di capienza anche per l’indennità aggiuntiva di 150 euro

Illustrazione di Davide Bonazzi

di Valeria Uva

Uno su cinque tra i liberi professionisti ordinistici ha già chiesto l’aiuto anti inflazione. A pochi giorni dal termine ultimo di mercoledì 30 novembre per le domande telematiche del bonus da inviare alle proprie Casse il primo bilancio non impensierisce: a questi ritmi di crescita, i fondi a disposizione di fatto saranno sufficienti per tutti.

Per il primo bonus, quello da 200 euro riconosciuto dal decreto legge 50/2022, infatti, sono arrivate poco più di 303mila domande in regola, che consumano solo due terzi dei 95,6 milioni riservati ai professionisti iscritti alle Casse private. Mentre per il bonus aggiuntivo di 150 euro le prenotazioni ammontano a poco più di 28 milioni, a fronte di un budget complessivo di 412 milioni, in comune con i professionisti iscritti alla gestione separata Inps.

Se i numeri quindi non preoccupano sul fronte della capienza economica, certo descrivono ancora una volta un quadro piuttosto critico sul fronte dei redditi dichiarati anche nel 2021, dopo l’annus horribilis del Covid. Alla data del 22 novembre, a otto giorni dalla scadenza, sono arrivate infatti 311mila domande, di cui 303.294, in regola con tutti i requisiti, risultano ammesse al beneficio (si veda la tabella a fianco). Di fatto, quindi, quasi il 20% del totale di 1,6 milioni di professionisti ordinistici, uno su cinque appunto, ha chiesto l’aiuto perché nel 2021 ha dichiarato un reddito complessivo inferiore ai 35mila euro. Non solo. Più della metà di questa platea, oltre 188mila persone (il 62%), nello stesso anno è rimasta al di sotto dell’ulteriore soglia dei 20mila euro che dà diritto a richiedere anche l’indennità aggiuntiva una tantum di 150 euro, portando il sussidio a 350 euro totali. Certo va un po’ meglio rispetto alle previsioni iniziali di circa 450mila domande attese, che però erano tarate sull’esperienza del reddito di ultima istanza di 600-1.000 euro, nonché sui redditi, appunto decisamente più bassi dell’anno pandemico.

Le categorie

Quasi un terzo delle domande è arrivato dagli avvocati: oltre 95mila le istanze (93.725 quelle ammesse) e Cassa forense prevede di arrivare intorno alle 100mila con la coda degli ultimi giorni. Se si guarda all’universo dei 241mila avvocati iscritti, si vede come più del 40% ha presentato la domanda e dunque si colloca ancora sotto la soglia dei 35mila euro di reddito. Senza contare che in 65mila si sono candidati per il bonus da 150 euro, avendo quindi dichiarato un reddito inferiore ai 20mila euro. Seguono, ma distanziati, gli architetti e ingegneri iscritti a Inarcassa, con oltre 63mila domande, più della metà per i 350 euro totali. La terza categoria più numerosa è quella dei geometri con oltre 27mila richieste. Sul lato opposto della scala, come prevedibile, i notai che comunque registrano, fuori dal luogo comune, 40 domande, di cui 28 per il bonus riservato a chi è sotto i 20mila euro.

I requisiti

Il reddito complessivo (al netto di contributi, reddito della casa di abitazione), non è l’unico requisito per accedere all’aiuto contro il caro bollette. Esclusi pensionati e praticanti, i professionisti devono anche dimostrare di avere una partita Iva attiva. Un requisito non previsto dal Dl 50 ma dettagliato nel decreto attuativo che sta creando qualche difficoltà, in particolare, ai giornalisti freelance, che non sempre operano attraverso la partita Iva. Necessario anche almeno un versamento contributivo dal 2020, se dovuto. Stessi requisiti generali per i 150euro aggiuntivi del Dl 144/2022.

I pagamenti

I bonifici sui conti correnti bancari dei professionisti stanno arrivando seguendo l’ordine cronologico. Spesso le Casse preferiscono inviare due bonifici differenziati per ognuno dei bonus. Questo perché anche la contabilità statale è separata: sui 200 euro c’è una quota riservata alle Casse e quindi ai professionisti ordinistici di 95,6 milioni, mentre per i 150 euro non esiste alcuna riserva rispetto alle domande dei professionisti iscritti alla gestione separata Inps.

Come detto, però, i timori di una mancata capienza sembrano, a pochi giorni dalla chiusura, decisamente fugati.

I controlli

Alcune verifiche, non solo formali sono state già avviate dalle Casse, ad esempio da chi come Enpacl già dispone del dato reddituale 2021 dei consulenti del lavoro.

Anche Cassa forense ha segnalato alcune anomalie a circa 300 avvocati che risultavano aver oltrepassato la soglia reddituale, ottenendo in alcuni casi la revoca dell’istanza. L’operazione si concluderà mercoledì 30 novembre, data che coincide anche con il termine di presentazione della dichiarazione 2021, permettendo così agli iscritti di svolgere gli ultimi controlli sui dati reddituali.

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