Giustizia

Concorso di magistratura senza più la scuola di specializzazione

Addio alla penna e alle scuole di specializzazione. Al nuovo concorso per magistrati si potrà andare con il computer e avendo in tasca la sola laurea in giurisprudenza

di Patrizia Maciocchi

Addio alla penna e alle scuole di specializzazione. Al nuovo concorso per magistrati si potrà andare con il computer e avendo in tasca la sola laurea in giurisprudenza.

Due novità di rilievo, anticipate dal decreto Aiuti-ter, che saranno presto sperimentate dai circa 400 aspiranti magistrati che parteciperanno alla prossima selezione che sarà bandita dal ministero della Giustizia a fine settembre.

Per accedere al concorso non sarà più necessario aver frequentato tirocini, scuole di specializzazione per le professioni legali e avere ottenuto l’abilitazione alla professione forense.

La richiesta della sola laurea in legge ha lo scopo di far lievitare il numero dei candidati alla toga.

Una corsia rapida imposta dall’esigenza di stare in linea con gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sulla riduzione dei tempi dei processi, lo smaltimento dell’arretrato e la velocizzazione delle procedure concorsuali.

Per tagliare i tempi, con il decreto Aiuti-ter sono state anticipate scelte che erano già previste dalla legge 71/2022, sulla riforma dell’ordinamento giudiziario.

La legge, in vigore dal 21 giugno scorso, dispone l’apertura anche ai neolaureati - dopo corsi universitari dalla durata non inferiore a quattro anni - al concorso per la magistratura ordinaria.

L’esigenza di ingrossare le fila dei magistrati è evidenziata dai numeri. Negli uffici giudiziari mancano 1.617 magistrati su 10.558 in organico, pari a una scopertura del 15,32 per cento. Al tribunale di Roma i vuoti sono del 15 per cento.

Anche l’addio alla penna, ha la sua ratio nelle intenzioni del legislatore, che apre al computer mandando in soffitta gli ultimi elaborati redatti a mano. La possibilità di usare il Pc dovrebbe, infatti, rendere più spedita la correzione dei compiti.

Le modalità delle prove, scritte con gli strumenti informatici, dovranno ora essere definite da un decreto ministeriale.

Ancora all’insegna dell’accelerazione, la possibilità, offerta ai professori universitari, membri della commissione di concorso, di chiedere direttamente al proprio ateneo, e senza necessità di un decreto ministeriale, l’esonero parziale o totale dall’attività didattica, per dedicarsi esclusivamente al concorso.

Il nuovo concorso da 400 posti, il cui bando è previsto entro fine mese, arriva dopo quello da 310 posti , ora alla fase degli orali, che ha visto 220 candidati idonei su 3.797. Mentre non ci sono ancora i risultati degli scritti per il concorso da 500 posti che si è svolto, con le prime prove, a metà luglio.

Ampliare la platea dei partecipanti è stata la via scelta - oltre che per scongiurare il rischio di perdere i fondi del Pnrr - anche per ingrossare le fila dei magistrati in occasione del nuovo processo penale.

In questo quadro pesano, ovviamente, anche le scoperture dell’organico amministrativo. Soprattutto in vista dell’arrivo di un maggior numero di magistrati, il cui lavoro ricadrà, inevitabilmente, anche negli uffici amministrativi.

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