Giustizia

Sciarra: anche professionisti a rischio povertà, equo compenso li tutela

"C'è forse un sovraccarico delle professioni, per esempio nella professione forense"

di Francesco Machina Grifeo

"Quello dei bassi salari è un problema molto serio e non soltanto italiano". Lo ha detto la presidente della Corte costituzionale, Silvana Sciarra, in risposta ad una domanda sul "salario minimo" nel corso della conferenza stampa seguita alla Relazione annuale".

"Negli anni d'oro dell'articolo 36 della Costituzione – ha proseguito ricordando la sua formazione da giuslavorista - si faceva riferimento ai Ccnl, io non mi avventuro sul tema se sia meglio applicare i contratti collettivi e intervenire sui miglioramenti salariali o se una forma di salario minimo può essere l'altro corno del dilemma o se addirittura le due misure possano convivere. Dico però che quello dei salari bassi è un problema non soltanto italiano ed è un problema molto serio. La stessa Commissione europea, in anni oramai risalenti, aveva segnalato come possibile misura di crescita per alcune economie, cioè, bisogna immaginare che anche la leva salariale è una leva di crescita e questo è un tema ancora una volta ricorrente nel dibattito europeo, certo non avremmo mai immaginato che si arrivasse a proporre una misura europea sul salario minimo perché la retribuzione tra l'altro è una materia esclusa dalla competenza dei trattati e tuttavia ci si arriva con delle soluzioni molto complesse dal punto di vista tecnico ma molto nuove per quello che è lo sviluppo delle politiche sociali europee".

Sollecitata anche sulla approvazione definitiva (ieri alla Camera) della norma sull'"Equo compenso dei professionisti, Sciarra ha ricordato che anche "le fasce di lavoro autonomo corrono il rischio della povertà, perché effettivamente in Italia c'è forse un sovraccarico di numero delle professioni, per esempio delle professioni forensi, forse ci sono troppi laureati avviati verso la professione, però questi lavoratori autonomi ricercano nella Costituzione anche loro la garanzia dei diritti e la stanno ricevendo. "Ho citato nella mia Relazione - ha proseguito - anche la loro iscrizione alla gestione separata, quindi in questo essere dentro un universo di tutele essenziali e assistenziali, sappiamo che questo è particolarmente importante anche per le donne lavoratrici autonome o libere professioniste".

"L'articolo 36 della Costituzione - ha concluso - è secondo me uno degli articoli più interessanti, sì posso dire, usando una espressione atecnica, più belli della nostra Costituzione, perché mette insieme il principio della dignità con il principio della sufficienza della retribuzione con il principio della famiglia: garantire a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa".

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