Comunitario e Internazionale

Il caso "Peppa Pig": la Corte d'Appello ribalta la decisione del Tribunale russo e riconosce i diritti IP americani

Il rischio della compromissione e dell'inoperatività dei meccanismi di tutela di tutti i diritti di proprietà intellettuale appartenenti a soggetti e persone giuridiche in qualche modo "connessi" a Paesi inclusi nella black list sembra essersi arginato

di Ilaria Frascarolo*

Nella prima metà del mese di marzo scorso, il Tribunale arbitrale di Kirov, in Russia, si era espresso sul ricorso presentato da Entertainment One, titolare dei diritti di copyright sul noto personaggio Peppa Pig, la quale aveva agito nei confronti di un imprenditore russo che, secondo la ricorrente, aveva illegittimamente sfruttato i suoi diritti di proprietà intellettuale, realizzando una propria versione, non autorizzata, del celebre cartone animato.

Il Tribunale si era pronunciato respingendo il ricorso, e fondando il proprio provvedimento di rigetto sulla perpetrazione di "azioni ostili da parte degli Stati Uniti e dei suoi Stati esteri", ai danni della Russia, omettendo del tutto di effettuare una valutazione giuridica della vicenda. Una decisione che, fin dalla sua pubblicazione nel mese di marzo, aveva fatto molto discutere, e su cui la stampa di tutto il mondo aveva espresso le sue molteplici perplessità.

Di tale errata applicazione del diritto ha preso recentemente atto la Corte d'Appello, con una sentenza pubblicata meno di due settimane fa. La decisione ha visto, in totale antitesi rispetto alla precedente, il trionfo di Entertainment One: la Corte ha infatti del tutto ribaltato la conclusione assunta del Tribunale arbitrale nella causa А28-11930/2021. La sentenza, a ben vedere, si è basata su una pura e semplice applicazione del diritto: il giudice di seconde cure ha inizialmente fondato le argomentazioni della propria sentenza su una serie di norme nazionali russe, ma si è spinto ben oltre, ricordando, in una prospettiva di diritto internazionale, che la Russia risulta parte di una serie di trattati internazionali fondamentali sul tema, tra cui la Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche e il Protocollo di Madrid. Tanto è bastato per rovesciare completamente la decisione Tribunale arbitrale di Kirov.

Il secondo grado di giudizio, dunque, come gli imprenditori di tutto il pianeta auspicavano, ha preso le mosse da un'analisi giuridica del fatto, liberata da qualsiasi pregiudizio sull'appartenenza nazionale delle parti in causa. Sulla base dell'analisi dei fatti del caso concreto, nonché della corposa serie di prove presentate da Entertainment One, la Corte d'Appello ha dichiarato che i diritti della società americana risultavano violati dalle condotte poste in essere dall'imprenditore russo, e ha concesso un risarcimento per una serie piuttosto numerosa di violazioni perpetrate nel tempo ai danni degli autori di Peppa Pig.

In un passaggio chiave della decisione, la Corte ha affermato: "…sul territorio della Federazione Russa è garantita un'eguale protezione della proprietà intellettuale delle organizzazioni straniere, comprese quelle registrate nel Regno Unito [la società Entertainment One, pur di gestione americana, ha sede nel Regno Unito]. Di conseguenza, la presentazione di un'azione non può essere riconosciuta come un atto di malafede o abuso di diritto in relazione all'articolo 10 del codice civile della Federazione Russa. I motivi addotti nella decisione del giudice di primo grado, su cui il giudice ha rifiutato di accogliere la domanda, non si basano sulla corretta applicazione del diritto sostanziale".

Nonostante la decisione possa ancora subire impugnazioni, il messaggio di rassicurazione che viene diffuso non può essere ignorato: allo stato, il rischio della compromissione e dell'inoperatività dei meccanismi di tutela di tutti i diritti di proprietà intellettuale appartenenti a soggetti e persone giuridiche in qualche modo "connessi" a Paesi inclusi nella black list, sembra essersi arginato.

Si tratta di una sentenza molto attesa, il cui esito, sebbene probabilmente destinato a un minore clamore rispetto al primo grado che l'ha originato, era essenziale per riqualificare l'immagine dell'organo giurisdizionale russo agli occhi degli imprenditori stranieri, nella misura in cui gli stessi hanno investito e continuano a investire nella tutela dei propri diritti di proprietà intellettuale in Russia.

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*A cura di Ilaria Frascarolo, Senior Associate Eptalex

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