Civile

Avvocati e Magistrati bocciano la Commissione per la Giustizia nel Sud

Gli addetti ai lavori lamentano l'ennesimo provvedimento adottato senza prima ascoltarli

di Francesco Machina Grifeo

Continuano le polemiche sulla neo istituita Commissione interministeriale di studio per la Giustizia nel Sud. Si sono adombrati prima i magistrati e poi gli avvocati. I principali attori del settore lamentano ancora una volta che le scelte in materia di giustizia passano sopra le loro teste. "Ci sentiamo trattati come sudditi e non come cittadini", ha protestato il pm di Catanzaro Alessandro Riello, primo firmatario di un appello che ha infiammato le mailing list e aperto il dibattito fra le toghe.

È subito intervenuta la ministra per il Sud Carfagna, che insieme alla ministra Cartabia ha dato il là alla Commissione, dicendosi "dispiaciuta per una polemica che credo derivi da un equivoco che intendo subito chiarire: la Commissione nasce anche per dare ascolto ai magistrati del Sud e accendere i riflettori sulle difficoltà, richieste, proposte organizzative di chi opera nella trincea di territori difficilissimi, spesso correndo anche rischi personali". "Ma le pare – domanda retoricamente - che potremmo fare un protocollo per sostenere gli uffici giudiziari del Mezzogiorno senza considerare l'esperienza di chi, in quei territori, ha trovato soluzioni efficienti e produttive?".

Nella giornata di ieri poi è intervenuto sul tema il capo dell'Ispettorato generale del Ministero della Giustizia, Maria Rosaria Covelli, che guida anche la Commissione voluta dai Dicasteri del Sud e della Giustizia, promettendo di essere "il più possibile al fianco degli uffici giudiziari del Mezzogiorno". "Perché – ha spiegato - il rilancio economico del Paese "passa necessariamente attraverso la massima efficienza soprattutto della giustizia civile, di cui si occuperà la commissione". "E la commissione – ha aggiunto - sarà l'occasione per focalizzare le principali criticità collegate al contesto di un'area specifica del Paese, su cui si concentra una parte significativa degli investimenti del Recovery plan e, nel contempo, individuare, diffondere ed elevare a sistema le esperienze virtuose maturate in tutto il Paese, anche in numerose sedi del meridione, mediante scambi orizzontali tra uffici giudiziari".

Interventi e chiarimenti però non sufficienti a sedere gli animi degli operatori della Giustizia. Per Francesco Greco, consigliere del Cnf: "È vero che la situazione della Giustizia al Sud è disastrosa, tuttavia – lamenta - siamo molto adirati perché abbiamo appreso della costituzione di questa Commissione soltanto a cose fatte, l'avvocatura non è stata interpellata, né sono stati sentiti gli ordini del Meridione. Siamo molto delusi».

Sugli scudi anche il Movimento Forense. "Apprendiamo con stupore la notizia", commenta il presidente Antonino La Lumia. "Dobbiamo purtroppo rilevare – prosegue - che, ancora una volta, si decide di valutare e porre in essere interventi determinanti, senza il benché minimo coinvolgimento dell'Avvocatura, che ogni giorno è in prima fila nelle aule dei tribunali". "Non è concepibile, né più accettabile - protesta La Lumia - che qualsivoglia riforma venga ideata, impacchettata e messa in pratica senza ricevere il contributo essenziale di tutte le componenti del sistema della giurisdizione: i tantissimi problemi strutturali devono essere individuati, vagliati e risolti con il supporto di chi ne ha precisa consapevolezza perché li affronta quotidianamente. Vale per il civile, vale per il penale, vale per il tributario, vale per l'amministrativo, vale per il lavoro, vale per la famiglia: vale per ogni singolo settore della Giustizia, perché è lì che gli avvocati operano. Sempre».

"Territorializzare scientemente l'opportunità degli interventi – aggiunge la Lumia -, da un lato, significa mortificare una parte d'Italia, sottintendendone l'arretratezza, e, dall'altro lato, porta a far credere che l'organicità dell'ordinamento non sia un valore. È esattamente il contrario di quello che serve. Serve rafforzare le piante organiche della magistratura, serve aumentare le dotazioni dei tribunali, serve digitalizzare effettivamente, serve formare tutte le risorse delle cancellerie, serve ricostruire l'edilizia giudiziaria, serve mettere mano alla situazione carceraria, serve rimettere "al centro" i diritti. Diciamolo chiaro: servono i soldi per la Giustizia. Le Commissioni? Quelle no, non servono».

Sul punto la Ministra Carfagna ha ricordato che l'efficienza degli uffici giudiziari "è una delle precondizioni indispensabili per la piena realizzazione del Pnrr che, non va dimenticato, assegna al Sud il 40 per cento delle risorse, una quota enorme". Infine parlando dei magistrati del sud afferma: "Li ho sempre considerati degli eroi".

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