Giustizia

Penalisti in sciopero per tre giorni contro Governo e maggioranza

Contestati i mancati interventi (tanti) le (poche) misure approvate. Alla Camera depositato Ddl di Fratelli d’Italia sul ritorno della prescrizione

di Giovanni Negri

È già finito l’idillio fra maggioranza e avvocati. E in mezzo rischia di rimanerci il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Troppo ampia la distanza tra le parole del ministro e la reale politica giudiziaria di Governo e maggioranza. Le Camere penali, pur ribadendo apprezzamento per la figura di Nordio, aprono le ostilità e proclamano un’astensione dalle udienze lunga tre giorni, dal 19 al 21 aprile, contestando apertamente l’inerzia delle forze di Governo e l’attività di interdizione della burocrazia del ministero.

Più nel dettaglio, mai è stato convocato il tavolo di confronto con magistratura e accademia per mettere a punto le correzioni alla riforma del processo penale in vigore dall’inizio dell’anno. A preoccupare i penalisti ci sono norme già operative come quella sulle impugnazioni, che penalizza gli imputati più deboli, assistiti da difensori d’ufficio e privi di un domicilio stabile, privandoli nei fatti dell’accesso a gradi successivi di giudizio.

Ma nel mirino ci sono anche altre misure come l’imminente entrata a regime della nuova udienza predibattimentale, nonostante i vuoti in organico della magistratura, e l’anomalia e ingestibilità del nuovo regime della prescrizione.

Di contro, sono «evidentissimi e convergenti i segnali di una politica della giustizia di nuovo prona ai diktat ed ai desiderata della magistratura». Si fermano o manomettono, attaccano le Camere penali, le riforme dell’ordinamento giudiziario appena varate e sgradite alla magistratura (porte girevoli, distacchi ministeriali, fascicolo per le valutazioni professionali); si blocca sul nascere la riforma costituzionale per la separazione delle carriere, pur annunciata in campagna elettorale come il punto centrale della riforma della giustizia italiana da realizzare nei primi 6 mesi, secondo le promesse della campagna elettorale del centodestra.

E quanto ai pochi provvedimenti approvati, questi vanno dall’imponente apparato mosso contro lo spauracchio rave alle propagandistiche moltiplicazioni delle sanzioni a carico di imprendibili trafficanti di esseri umani.

E ieri, alla Camera, in commissione Giustizia, primo firmatario lo stesso presidente della commissione Ciro Maschio, Fratelli d’Italia ha depositato la sua proposta di legge per ritornare alla prescrizione secondo regole volute dall’allora ministro Andrea Orlando e mai entrate in vigore, cancellando il regime attuale centrato sulla sospensione dei termini dopo la pronuncia di primo grado e l’improcedibilità per i successivi gradi di giudizio se oltre durata predeterminata.

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