Comunitario e Internazionale

Grande progetto nazionale a banda larga, va calcolata anche l'Iva sul contributo del Feder

Secondo il Tribunale Ue, con la sentenza nella causa T-357/19, l'onere dell'Iva sui costi di costruzione incombe al beneficiario del contributo, vale a dire al ministero dello Sviluppo economico

di Simona Gatti

Va calcolata anche l'Iva sul contributo del Fondo europeo di sviluppo regionale per il "Grande progetto nazionale a banda larga - zone bianche". Il Tribunale Ue con la sentenza nella causa T-357/19, annulla la decisione della Commissione europea che invece aveva escluso l'imposta dal finanziamento del Feder .

La vicenda in sintesi
Il 3 marzo 2015 la presidenza del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana ha adottato la «Strategia italiana per l'altissima velocità» con l'obiettivo di garantire sul territorio italiano una velocità di connessione a Internet di 100 megabit al secondo (Mbps) per l'85 % delle famiglie e per tutti gli edifici pubblici (comprese le scuole e gli ospedali) e di almeno 30 Mbps per la popolazione rimanente, in particolare nelle zone in cui le reti di accesso a Internet di nuova generazione sono inesistenti e in cui gli operatori privati non prevedono di implementare tali reti nei tre anni successivi (cosiddette zone bianche).
Per dare il via a questa operazione, il Comitato interministeriale di programmazione economica della Repubblica italiana ha approvato un intervento pubblico di circa 4 miliardi di euro: 2,2 miliardi di euro a carico del Fondo italiano di sviluppo e di coesione, il resto da finanziare grazie al Fondo europeo di sviluppo regionale (Feder).

La Commissione europea, con una decisione del 30 giugno 2016, ha ritenuto che il finanziamento pubblico del progetto costituisse aiuto di stato compatibile con il mercato interno e successivamente il ministero dello Sviluppo economico italiano ha incaricato Infratel Italia Spa di selezionare uno o più concessionari per realizzare l'infrastruttura passiva della rete di accesso a Internet ad altissima velocità e garantirne la manutenzione e il funzionamento commerciale; dopo tre procedure di gara, Infratel ha concluso contratti di concessione con Open Fiber Spa.

La decisione della Commissione e il passaggio davanti al Tribunale Ue
Nel 2019 la Commissione europea ha approvato il contributo finanziario da parte del Feder al "Grande progetto nazionale a banda larga - zone bianche" per l'importo di euro 941 022 670, escludendo però dal finanziamento il maggior importo dovuto a titolo di Iva. Questo perché secondo la Commissione l'Iva esposta dal ministero dello Sviluppo economico non costituisce un onere economico per il beneficiario, ma un costo recuperabile a norma della legislazione nazionale relativa all'Imposta sul valore aggiunto.

L'Italia si è rivolta al Tribunale dell'Ue chiedendo di annullare la decisione della Commissione nella parte in cui esclude dal contributo del Feder le spese sostenute e a titolo di Iva.

Il Tribunale ha accolto il ricorso, giudicando corretto il meccanismo di pagamento descritto dalle autorità italiane: l'Iva era stata esclusa nei costi ammissibili, dal momento che l'imposta sarebbe stata pagata dal beneficiario, cioè dal Mise, senza possibilità di recupero. In pratica, a mano a mano che procedevano i lavori di costruzione della rete di accesso a Internet ad altissima velocità, il concessionario, Open Fiber Spa, doveva emettere le fatture corrispondenti al costo di tali lavori e integrare l'Iva a Infratel Italia Spa, che a sua volta pagava soltanto l'importo al netto dell'Iva di tali fatture mentre il Ministero versava la parte di dette fatture corrispondente all'Iva direttamente al ministero dell'Economia e delle Finanze, secondo il principio del pagamento frazionato dell'Iva (l'Iva sulle cessioni di beni e sulle prestazioni di servizi destinate alle autorità pubbliche deve essere direttamente versata da dette autorità su un conto bancario separato e bloccato dell'amministrazione fiscale).
In sostanza, l'onere dell'Iva sui costi di costruzione spetta al beneficiario del contributo del Feder, vale a dire al ministero dello Sviluppo economico, e non a Infratel.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©