Civile

Cnf: il Ddl civile non tutela i cittadini - Cartabia: un "ponte di Genova" per la Giustizia

Le riforme del processo civile e penale al centro del Congresso nazionale forense, a Roma il 23 e 24 luglio

di Francesco Machina Grifeo

Dura presa di posizione del Consiglio nazionale forense sul progetto di riforma della Giustizia a cui sta lavorando la Ministra Marta Cartabia. "La riforma della giustizia civile delineata dai maxi emendamenti governativi rischia di disattendere gli obiettivi indicati dall'Onu nell'Agenda 2030 con la garanzia di accesso alla giustizia per tutti. Certamente disattende le aspettative legittime dell'avvocatura, maturate anche nel corso delle interlocuzioni con il ministero della Giustizia e con la Commissione Luiso". Così la presidente facente funzioni del Consiglio nazionale forense Maria Masi, al termine di una seduta plenaria straordinaria per la valutazione degli emendamenti al Ddl delega depositati in Commissione giustizia del Senato.

Nei giorni scorsi il Cnf ha convocato la sessione ulteriore del Congresso nazionale dell'avvocatura, che si svolgerà a Roma il 23 e 24 luglio, proprio per una discussione sulle riforme del processo penale e civile. "Il Consiglio nazionale forense – prosegue Masi - non potrà che ribadire, nell'interesse di cittadini e imprese, i principi che sono alla base della proposta del Cnf per il Recovery plan: la coniugazione delle esigenze di efficienza e rapidità con quelle, di pari rilievo, delle reali garanzie e della libera accessibilità alla giustizia per tutti". "È inaccettabile – aggiunge - una riduzione dei tempi del processo se va a danno delle garanzie di difesa e del potere dispositivo delle parti, configurando regimi di preclusioni, sanzioni e filtri che non possono trovare giustificazione alcuna soprattutto se proposti in un'ottica di miglioramento".

Cartabia: un 'ponte di Genova' per la giustizia - Intanto questa mattina la ministra della Giustizia Marta Cartabia intervenendo al Palazzo di Giustizia di Milano nel corso della presentazione dell'"Ufficio del processo" ha detto: "Non dobbiamo dimenticare che il ponte di Genova è stato ricostruito in due anni con un cantiere aperto giorno e notte anche nel corso della pandemia, siamo chiamati a costruire il nostro ponte di Genova della giustizia".

"Gli obiettivi - ha proseguito - sono molto impegnativi: in 5 anni dobbiamo abbattere i tempi dei procedimenti penali del 25% rispetto al 2019 e i tempi di definizione del processo civile del 40% ". Mentre sul Csm ha affermato che "il prossimo rinnovo non può avvenire, e questo mi sembra condiviso da tutti, con le attuali leggi", aggiungendo che la riforma del settore è "urgente, necessaria e imprescindibile".

Rischi professionali per gli avvocati: "Con l'attuale proposta di riforma – prosegue la nota della Presidente Masi sul Ddl civile - si onerano le parti, si gravano gli avvocati, esponendoli a non trascurabili ipotesi di responsabilità professionale, si rende complesso e difficile l'accesso alla giustizia, quasi fosse da considerarsi ‘punitivo' il ricorso al giudice e alla giustizia. Di contro non si prevedono particolari prescrizioni per i magistrati soprattutto in riferimento ai tempi e alle modalità dei provvedimenti".

"Negli emendamenti governativi presentati in Parlamento – precisa la presidente Masi - ci sono sicuramente aspetti e proposte che meglio e maggiormente realizzano le indicazioni che l'avvocatura istituzionale e associativa hanno avuto cura di segnalare e proporre, a dimostrazione che un approccio diverso era ed è possibile se la priorità è il diritto dei cittadini, ma il rischio è che siano fagocitati o peggio sacrificati in nome di una visione poco realistica".

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