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Biogas l'altra faccia della transizione ecologica e leva fiscale in ambito di sostenibilità ambientale

La leva fiscale è individuata, dalla Commissione UE, come uno degli strumenti di attuazione della strategia della c.d. "transizione verde"

di Stefano Barelli*

Il biogas si annovera fra le principali fonti di energia rinnovabile, sebbene se ne parli decisamente meno rispetto ad altre soluzioni Green. Si tratta di un gas naturale composto da vari tipi di gas derivanti dalla fermentazione di biomasse di varia origine.

La produzione di biogas è determinante per un futuro che prevede, secondo gli obiettivi posti dall' Accordo di Parigi, l'eliminazione dei combustibili fossili entro il 2050.

In Europa negli ultimi anni sono stati stanziati molti incentivi e aiuti economici per sostenere la costruzione degli impianti e la vendita di biogas che questi producono.

A livello nazionale questa fonte di energia cresce più lentamente rispetto a quanto accade in altri paesi Europei e non ha ancora raggiunto la potenza installata necessaria a garantire un mix di fonti produttive green adeguato, tuttavia, come descritto in seguito, ci sono segnali incoraggianti sia dal punto di vista concreto, ovvero, impianti all'avanguardia già in corso di costruzione sia dal punto di vista normativo che fanno ben sperare per il prossimo futuro.

Concretamente è di sicuro interesse il nuovo impianto, unico al mondo per le sue caratteristiche, in fase di costruzione a Marcallo con Casone, nel Milanese, per la trasformazione in biogas dei rifiuti organici.

La centrale, esempio virtuoso di azioni concrete che è possibile intraprendere verso la transizione ecologica, trasformerà 35mila tonnellate annue di frazione organica urbana e altri materiali biodegradabili (cippato) in circa 4 milioni di metricubi di biometano green in forma gassosa, direttamente immesso nella rete nazionale gestita da Snam. La centrale costituisce quindi un vero esempio di economia circolare. Non sono previste emissioni di alcun tipo, gli unici sottoprodotti del processo saranno un combustibile solido di alta qualità, utilizzato nell'industria, e un fertilizzante completamente privo di inquinanti.

Sul fronte normativo, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 251 del 26 ottobre 2022 del nuovo decreto biometano si dà ufficialmente il via all'attuazione delle misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a supporto del settore. Il provvedimento mette in campo 1,7 miliardi di euro destinati allo sviluppo del biometano nazionale immesso nella rete del gas naturale e prodotto da impianti di nuova realizzazione alimentati da matrici agricole e da rifiuti organici o da impianti per la produzione di elettricità da biogas agricolo oggetto di riconversione.
Tale decreto rappresenta un provvedimento chiave per rilanciare gli investimenti del settore biogas e biometano soprattutto alla luce del perdurare della crisi energetica e degli approvvigionamenti delle materie prime.

Il decreto biometano che, attraverso un nuovo meccanismo di incentivazione, apre alla possibilità di destinare il biometano anche ad usi diversi dai trasporti, dovrà ora essere disciplinato in dettaglio attraverso un ulteriore decreto del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, su proposta del GSE.

Per le vie brevi, le linee di azione del decreto prevedono due direttrici:
• da un lato viene incentivata la riconversione e l'efficientamento degli impianti di biogas agricoli esistenti verso la produzione totale o parziale di biometano destinato sia al settore del riscaldamento e raffrescamento industriale e residenziale, sia ai settori terziario e dei trasporti,
• dall'altro lato ha l'obiettivo di sostenere la costruzione di nuove centrali per la produzione di biometano.

Sempre sul fronte normativo, un ulteriore importante tassello da considerare in un contesto propedeutico a favorire una ripresa economica guidata da un'economia green (resa ancor più urgente dalle contingenti vicende legate al periodo di emergenza sanitaria e dalla guerra in Ucraina) è l'esigenza di rendere il quadro fiscale complessivo, non solo nazionale ma a livello Europeo, più solido, efficiente ed equo al fine di canalizzare le risorse pubbliche verso il sostegno di una crescita che attraverso investimenti equi e sostenibili favorisca la transizione ecologica e digitale.

La leva fiscale, infatti, è individuata, dalla Commissione UE, come uno degli strumenti di attuazione della strategia della c.d. "transizione verde". Esiste, infatti, un'importante relazione di dipendenza tra il raggiungimento degli obiettivi delle politiche di sostenibilità e le politiche fiscali.

Sul punto un'indicazione concreta giunge dall'Agenzia europea dell'Ambiente secondo la quale il gettito delle tasse ambientali potrebbe sostenere in modo spedito la transizione verso un'economia climaticamente neutra entro il 2050 e il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo di riduzione netta delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030.

Infine, altro aspetto di fondamentale importanza è la misurabilità, comunicazione e diffusione dei risultati ottenuti dall'implementazione di politiche green. Su tale aspetto, oltre alla reportistica di sostenibilità che sta prendendo sempre più piede a livello generale, esistono oggi specifici standard globali per la rendicontazione dedicati alla disclosure in ambito tax. Le informazioni di cui si richiede la divulgazione, dal "risk appetite" dell'impresa in ambito fiscale fino alle informazioni più dettagliate circa le imposte pagate nelle varie giurisdizioni in cui opera, sono significative anche sulla valutazione del posizionamento dell'impresa rispetto alle tematiche della sostenibilità. In particolare, uno specifico indicatore consente un raffronto immediato tra profitti realizzati nei paesi in cui opera l'impresa e il contributo concreto al loro sviluppo economico e sociale, attraverso l'adeguato assolvimento degli obblighi tributari.

Sviluppare e sostenere l'energia green innesca un circolo virtuoso che coinvolge economia, territorio e comunità per far guadagnare tutti.
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*A cura di Stefano Barelli, partner Eptalex

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