Giustizia

Cartabia vede Draghi: avanti con la riforma di Csm e toghe

l ministero della Giustizia presenterà nei prossimi giorni la propria proposta

di Giovanni Negri

Sulla riforma di Csm e ordinamento giudiziario, da ultimo sollecitata con urgenza dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, siamo alla stretta finale. Il ministero della Giustizia presenterà nei prossimi giorni la propria proposta e ieri il tema è stato oggetto di un faccia a faccia tra la ministra Marta Cartabia e il Capo del Governo Mario Draghi. In serata poi Cartabia ha incontrato anche i vertici dell’Anm, mentre per domani è in programma il confronto con la maggioranza, con i responsabili giustizia e i capigruppo in commissione Giustizia alla Camera, dove l’originario disegno di legge delega Bonafede (ma per le elezioni del consiglio di immediata applicazione) è in discussione.

Il metodo, si sottolinea in via Arenula, è analogo a quello seguito soprattutto per l’intervento in materia penale dove il filo diretto tra Cartabia e Draghi è stato una costante, ad accompagnare una lunga fase di dibattuto interno alla maggioranza.

Incassata l’approvazione delle deleghe in materia di processo penale e civile, quelle più delicate anche in chiave Pnrr e sull’esecuzione delle quali al ministero si sta lavorando in queste settimane, ora è il momento di quella che passa per “la riforma della magistratura”, tra cautele e urgenze. Dove le prime sono relative alla necessità, più volte sottolineata dalla stessa Cartabia di non fare eccessivo affidamento su modifiche normative per fondare un rinnovamento etico della magistratura che piuttosto dovrà passare da diverse prassi e condotte, solo eterodirette da nuove regole, mentre le seconde sono dovute all’obbligo, caro anche al Capo dello Stato, di definire il nuovo quadro della disciplina elettorale per il voto del Csm prima delle prossime elezioni in calendario per l’estate 2022.

Nel merito, a via Arenula, sottolineano che sul dossier si è spesa la stessa Cartabia, dopo avere preso atto delle conclusioni, peraltro accolte in maniera assai diversa dai vari gruppi associati dell’Anm, raggiunte dalla commissione presieduta dal costituzionalista Massimo Luciani. Di certo la proposta Cartabia, oltre a mettere sul tappeto un nuovo meccanismo elettorale, affronterà temi chiave per il recupero di credibilità della magistratura, come le regole per le nomine dei vertici degli uffici giudiziari, le verifiche di professionalità per gli avanzamenti in carriera, una nuova e più restrittiva disciplina dell’ingresso (e dell’uscita) delle toghe in politica. Verosimile anche una riforma del concorso per l’accesso in magistratura, come chiesto ieri dal Csm, per permettere di nuovo la partecipazione diretta dei candidati subito dopo il conseguimento della laurea.

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