Giustizia

Referendum, Avvocatura mobilitata per il "Sì": importante andare votare

Masi (Cnf): "Voto importante per recuperare fiducia nella giustizia". Nardo (Coa Milano): "L'astensione il 12 giugno sarebbe un'occasione clamorosamente perduta che potremmo non rivedere per molti anni"

"In questi mesi il Parlamento sta facendo un lavoro importante in materia di giustizia, non tutto condivisibile, soprattutto con riferimento agli interventi su norme di rito nel processo civile, ma complessivamente importante. Una partecipazione consapevole dei cittadini al referendum, raggiungendo il quorum, può aiutare questo percorso. Eppure sussiste il rischio molto alto che proprio su questi princìpi di giustizia, particolarmente cari all'avvocatura per la funzione che svolge, ci siano difficoltà a far convergere il consenso". Lo ha detto la presidente del Consiglio nazionale forense (Cnf), Maria Masi, intervenendo a un convegno per il Sì al referendum sulla giustizia organizzato dall'Organismo congressuale forense. E il presidente dell'ordine degli avvocati di Milano, Vinicio Nardo, ha sottilineato che "i 5 referendum sulla giustizia potrebbero dare una scossa ai cambiamenti che la politica da sola non riesce a fare".

"Il contenuto del referendum - ha proseguito Masi - richiama anche la declinazione dei princìpi del giusto processo invocati da tempo dall'avvocatura. Ed è anche per questo motivo che gli avvocati sentono il dovere di concorrere alla campagna di sensibilizzazione sull'importanza di esercitare il diritto al voto popolare il prossimo 12 giugno. Non possiamo correre il rischio di sprecare un'occasione importante per valorizzare uno strumento di consultazione democratica e per dimostrare che i cittadini meritano fiducia, quella stessa fiducia che evidentemente hanno perso nei confronti delle istituzioni e della giustizia". "Il 12 giugno è importante andare a votare per garantire maggiormente i diritti individuali attraverso una maggiore tutela anche dagli eccessi delle pubbliche autorità, una maggiore garanzia delle istanze individuali attraverso una giustizia più efficiente, più equa e più giusta. I quesiti referendari - ha concluso Masi - contribuiscono a focalizzare l'attenzione sulla necessità di un giusto processo, di un maggiore equilibrio dei procedimenti giudiziari e di un maggiore equilibrio nell'ordinamento giudiziario, ma soprattutto, di un maggiore equilibrio nel rapporto tra funzioni e poteri".

Vinicio Nardo ricorda poi la scelta fatta dagli avvocati di Milano e della Lombardia: "Impegnarci in sintonia con l'Organismo congressuale forense portando avanti una vera campagna di mobilitazione degli legali e soprattutto dei cittadini, rompendo il fronte del silenzio che vede schierati i media e anche i partiti". "L'astensione il 12 giugno - conclude il presidente Nardo - sarebbe per i cittadini un'occasione clamorosamente perduta che potremmo non rivedere per molti anni".

Critica invece l'Associazione nazionale magistrati. Secondo il presidente dell'Anm Piemonte, Cesare Parodi: "I referendum rappresentano l'espressione di una battaglia ideologica certamente rispettabile" che però "non interviene sul cuore del problema: l'efficienza della giustizia, un limite per molti aspetti anche della riforma Cartabia, che pure con aspetti positivi non fornisce risposte globali ed esaustive sulla necessità di porre i magistrati nella condizione di fornire una risposta adeguata, esaustiva e altamente professionale alle istanze dei cittadini. Il superamento del principio delle porte girevoli è certamente apprezzabile, ma non può essere considerato sufficiente", ha aggiunto. "I referendum affrontano tematiche che non possono incidere sugli aspetti che al contrario, dovrebbero essere considerati imprescindibili in questo momento storico - ha proseguito - l'auspicio è che ci sia presto anche l'occasione, dopo avere affrontato i temi ordinamentali, di pensare davvero in termini concreti a quella che deve essere la risposta che il Paese si aspetta sulla giustizia, possibilmente dando ascolto anche alle indicazioni che possono provenire dalla magistratura".

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©