Penale

La Ferrari "taroccata" ma privata dei marchi falsi può essere esposta al museo della contraffazione

Per la Cassazione è legittima la richiesta di assegnazione del bene confiscato fatta dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

di Paola Rossi

La Ferrari non aveva diritto a opporsi all'assegnazione all'Agenzia delle dogane e dei monopoli di un autoveicolo confiscato imitativo di un modello Dino della "rossa" da cui erano state però rimosse per ordine dell'autorità tutte le targhette riproducenti falsamente l'ambito marchio di automobili.

Con la sentenza n. 21489/2022 è stato respinto il ricorso di Ferrari Spa che riteneva non giustificato il mantenimento del falso all'interno del museo statale della contraffazione. Ferrari ne chiedeva, infatti, la completa distruzione.

In particolare la casa costruttrice sosteneva che l'affermazione del giudice - secondo cui il falso confiscato non potesse essere confuso con il modello originale - privava della necessaria finalità di giustizia l'esposizione museale del mezzo. In quanto l'esposizione vuole documentare l'attitudine criminale a realizzare un falso.

Per la Cassazione i diritti della Ferrari erano, invece, stati tutelati attraverso l'ordine di distruzione dei marchi apposti sul veicolo in un corretto rapporto di proporzionalità tra la finalità di giustizia del mantenimento del bene assegnato all'amministrazione richiedente e competente nel perseguire i reati di contraffazione e il diritto della Casa automobilistica a evitare l'esposizione al pubblico sine die del marchio contraffatto.

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