Professione e Mercato

Esame d'avvocato, Sottosegretario Sisto: avvocati esclusi dalla laurea abilitante

Per l'Aiga va prima riformato il corso di studi "in senso realmente professionalizzante"

di Francesco Machina Grifeo

La laurea abilitante all'esercizio delle professioni non riguarderà avvocati e commercialisti. Il Sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto è infatti intervenuto nei giorni scorsi per fare chiarezza sul tema, dopo l'uscita delle prime bozze del Recovery plan .

"In ordine alle notizie di stampa sui contenuti del Recovery Plan – ha detto Sisto -, preciso che l'ipotesi di lauree idonee da sole a far conseguire abilitazioni professionali non trova applicazione né per gli avvocati né per altre categorie professionali come i commercialisti, gli ingegneri e i notai. Si tratta, infatti, di percorsi professionali che, per specificità, sono esclusi da tali eventuali ipotesi".

A stretto giro, l'Aiga, Associazione italiana giovani avvocati, aveva già bocciato l'idea. "In Italia ci si può laureare in Giurisprudenza senza aver mai messo piede in un'aula di Tribunale, ed è dunque impossibile che un neolaureato sia in grado di svolgere una professione delicata come quella di Avvocato" ha affermato il Presidente Antonio De Angelis. "Fino a quando non ci sarà una seria riforma del percorso di studi in Giurisprudenza, in senso realmente professionalizzante, - ha concluso - l'AIGA sarà sempre contraria alla laurea abilitante allo svolgimento della professione forense".

Intanto proprio in queste ore, i 26mila aspiranti legali della sessione 2020 stanno aspettando di conoscere la lettera estratta nel proprio distretto di Corte di appello per poter pianificare il tempo a disposizione per la preparazione al primo orale. E se sul sito del Consiglio dell'ordine di Milano, già dal 23 aprile, campeggia la notizia che la Corte d'Appello di Napoli ha estratto la lettera "S", in molti altri i candidati sono a caccia di notizie sui social.

La riforma riguarderà dunque solo medici, farmacisti, veterinari, odontoiatri, geometri e psicologi. Del resto il Ddl che rende la laurea valida come esame di Stato, il cui iter è iniziato in Commissione alla Camera il 12 aprile scorso e per il quale il termine degli emendamenti è fissato al 4 maggio, non prevede la possibilità di laureare come professionisti abilitati anche avvocati e commercialisti.

L'obiettivo del Ddl è la semplificazione di tutte le procedure per l'abilitazione all'esercizio delle professioni, rendendo l'esame di laurea coincidente con l'esame di Stato e quindi velocizzando l'accesso al mondo del lavoro da parte dei laureati. Muovendosi sulla falsariga di quanto è stato fatto per la laurea in Medicina divenuta abilitante con il Cura Italia all'apice della pandemia.

La Ministra dell'Università e della Ricerca, Cristina Messa, audita nei giorni scorsi dalle Commissioni Istruzione e Cultura di Camera e Senato ha annunciato che la conclusione del disegno di legge "si avrà entro l'anno per impegno del governo, confido possa trovarsi ampia convergenza forze politica". Con l'entrata in vigore delle nuove norme, dunque, il tirocinio pratico-valutativo sarà svolto all'interno dei corsi di laurea e l'esame conclusivo del corso di studi sarà anche la sede in cui svolgere l'esame di Stato di abilitazione.

Per l'e x ministro dell'Università Gaetano Manfredi, che fece approvare il provvedimento in Consiglio dei ministri, "tutte le lauree dovrebbero essere abilitanti: la nostra concezione è legata ad un'altra epoca. Ogni Ordine professionale ha una sua sensibilità, bisogna lavorarci ma lo spazio si trova. La laurea abilitante è una grande modernizzazione di approccio alle professioni e dà un ruolo agli Ordini nella formazione: il loro tirocinio diventa curriculare. Il lavoro per il conseguimento va fatto certamente insieme".

A favore di una estensione della riforma anche alle altre professioni si è espressa Valentina Aprea (FI, in Commissione Istruzione): "Mi auguro ci possa essere un percorso simile anche per altre lauree anche se al momento non è previsto è giusto invece prevedere subito tirocini e lauree abilitanti per le professioni mediche, come si fa già all'estero". Favorevole anche Flavia Piccoli Nardelli (Pd, sempre in Commissione Istruzione): "La laurea abilitante per la gran parte delle facoltà è un processo che diventerà inarrestabile: presuppone che il lavoro egregio che alcuni Ordini professionali fanno già oggi, sia trasferito nel corso di laurea. Richiede un cambiamento interno dell'organizzazione delle lauree ma è un processo virtuoso, che porta alla semplificazione; bisognerà arrivarci con l'accordo di tutti. La direzione di marcia è stata intrapresa".

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