Lavoro

Digitalizzazione e Sostenibilità: le sfide per la governance aziendale del futuro

Tecnologia e digital transformation rappresentano gli strumenti principali per migliorare l'efficienza delle aziende in ottica di ottimizzazione, semplificazione e accelerazione dei processi e, in generale, dei rapporti con tutti gli stakeholders

di Alberto De Luca e Martina De Angeli*

Digitalizzazione e sostenibilità sono due delle tematiche al centro del dibattito circa le sfide che le aziende dovranno affrontare in un futuro divenuto ormai prossimo. Ad oggi, il termine "digitalizzazione" (o "digital transformation") indica ancora comunemente il processo di introduzione di tecnologie digitali all'interno degli ambienti di lavoro anche applicate agli strumenti messi a disposizione delle risorse per l'esecuzione delle prestazioni lavorative. Tuttavia, l'evoluzione delle tecnologie e dei processi identifica sempre di più il concetto di digitalizzazione con una vera e propria trasformazione culturale, metodologica e manageriale delle modalità di svolgimento delle attività lavorative.

Tecnologia e digital transformation rappresentano gli strumenti principali per migliorare l'efficienza delle aziende in ottica di ottimizzazione, semplificazione e accelerazione dei processi e, in generale, dei rapporti con tutti gli stakeholders.

Accanto a queste sfide, un secondo obiettivo che le aziende si trovano ormai a dover perseguire e che influirà sulle strategie di business e sulle scelte di governance, è connesso ai concetti di "sostenibilità" e di "sviluppo sostenibile".

L'acronimo ESG, che sta per Enviromental, Social and Governance, fa riferimento a tutte le problematiche ambientali, sociali e di amministrazione aziendale su cui le attività delle organizzazioni dovranno indirizzarsi.

Tra i fattori ricompresi, oltre a quelli riconducibili alla sostenibilità ambientale ("fattore E"), vi rientrano principi quali l'inclusione e l'integrazione tra le risorse umane con conseguenze in termini di tutela dei diritti umani ("fattore S") nel rispetto dei quali dovrà tenersi conto di variabili come le relazioni tra i dipendenti, i sistemi di remunerazione e le modalità con cui la struttura organizzativa della società viene condotta ("fattore G"). Sulla base di ciò, è opportuno considerare che accanto all'ambiente non si può prescindere dal garantire una gestione equa e sustainability oriented delle risorse.

Progettare all'interno delle aziende processi e/o pratiche che mirino a gestire e valorizzare il capitale umano, sostenendo e promuovendo il "benessere" di tutti coloro che vi lavorano al suo interno diventa una delle importanti sfide che le aziende dovranno affrontare.

Una prima prova generale che tutti abbiamo vissuto è sicuramente rappresentata dall'adozione di politiche di smart working su larga scala come misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro che si prestano a diventare sempre più regola e non eccezione.

Tale modalità di svolgimento della prestazione lavorativa ha limitato drasticamente gli spostamenti casa-ufficio, con conseguenze sulla diminuzione dello stress del lavoratore e permettendo la riduzione delle emissioni di CO2, incidendo su fattori quali la congestione e l'inquinamento ("fattore E").

Ma, al tempo stesso, ha permesso di offrire (i) un miglior benessere dei dipendenti, (ii) la possibilità degli stessi di conciliare i tempi di vita con i tempi di lavoro e (iii) un aumento della produttività lavorativa delle risorse ("fattore S").

Tutto questo è stato caratterizzato anche dalla digital transformation che le organizzazioni, in tempi brevi, hanno dovuto attuare al fine di mettere "l'ufficio" a disposizione di una connessione e di un click. In questo modo, si è affermato un nuovo metodo di comunicazione attraverso software e piattaforme per le videoconferenze, uso di gestionali per la condivisione del lavoro in cloud e altri sistemi di gestione delle risorse umane da remoto ("fattore G").

In conclusione, i datori di lavoro, con il coinvolgimento del management e delle Direzioni delle Risorse Umane, sono chiamati ad affrontare queste sfide, riorganizzando il governo delle proprie aziende ed introducendo policy, processi, procedure, piani di welfare o piani di carriera e di crescita caratterizzati da uguaglianza di genere e ispirati alla diversity e pari opportunità, solo per citarne alcuni, affinché tali obbiettivi siano raggiunti, senza trascurare la Compliance delle decisioni prese con le normative di volta in volta applicabili.

*a cura di Avv. Alberto De Luca – Dott.ssa Martina De Angeli, De Luca & Partners

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