Giustizia

Procura di Roma: il plenum del Csm sceglie Lo Voi

Ieri mattina il plenum del Consiglio, costretto dai giudici amministrativi a tornare sulla nomina del capo della Procura di Roma, nominava a larga maggioranza Francesco Lo Voi nuovo procuratore della Capitale

di Giovanni Negri

Tutto in poche ore, ieri mattina. Mentre Mario Draghi nella tradizionale conferenza stampa di fine anno sottolineava la necessità di una riforma per il recupero di credibilità del Csm, il plenum del Consiglio, costretto dai giudici amministrativi a tornare sulla nomina del capo della Procura di Roma (al centro dell’ormai proverbiale cena del 9 maggio 2019 al romano hotel Champagne, con relative intercettazioni e scandalo sulle nomine pilotate ai vertici degli uffici giudiziari), nominava a larga maggioranza Francesco Lo Voi, sinora alla guida della Procura di Palermo, nuovo procuratore della Capitale.

Una coincidenza, certo, che tuttavia rende evidente il cortocircuito che ha segnato l’intera consiliatura e che ha reso imminente, non oggi comunque nell’ultimo consiglio dei ministri prima di Natale, la presentazione da parte della ministra della Giustizia Marta Cartabia di una riforma complessiva sia del sistema elettorale del Csm sia dell’ordinamento giudiziario, con un’attenzione particolare proprio per le procedure di conferimento degli incarichi direttivi.

Lo Voi prende il posto di Michele Prestipino, la cui nomina, nel marzo 2020, in diretta continuità con il predecessore Giuseppe Pignatone, è stata affossata sul piano del confronto dei requisiti con gli altri candidati da Tar, Consiglio di Stato e Cassazione, dopo i ricorsi presentati da chi si vide superato nella selezione (lo stesso Lo Voi, il Pg di Firenze Marcello Viola e il procuratore sempre di Firenze Giuseppe Creazzo). Ma Prestipino, al quale ieri Lo Voi ha rivolto un abbraccio «come amico e grande magistrato», non era stato la prima scelta del Consiglio: in commissione infatti, a maggio 2019, a raccogliere il maggior numero di consensi era stato Viola, poi oggetto, senza alcuna responsabilità, dell’accordo, che sembrava favorire il suo nome, tra l’allora leader di Unicost Luca Palamara, Luca Lotti e Cosimo Ferri (allora entrambi parlamentari del Pd) e 5 consiglieri, poi costretti alle dimissioni.

E a sottolineare il ruolo di “vittima” di Viola ci sono stati ieri in plenum gli interventi e i voti, gli unici a suo favore, di Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita; Lo Voi invece ha ottenuto 19 voti, a suo favore tutti i togati di Area, di Magistratura Indipendente e di Unicost, due del gruppo di Autonomia e Indipendenza, Ilaria Pepe e Giuseppe Marra, i laici Michele Cerabona e Alessio Lanzi (FI) e Alberto Benedetti e Filippo Donati (M5S), i vertici della Corte di Cassazione, il primo presidente Pietro Curzio e il procuratore generale Giovanni Salvi.

Viola resta comunque in corsa per gli altri due incarichi di grandissima importanza e prestigio di questa inedita stagione di nomine, quello di Procuratore Antimafia e quello di capo della Procura di Milano.

Dopo poco meno di due anni Prestipino deve invece lasciare quella poltrona che, nella vulgata, vale più di un ministero. Per lui ieri in plenum le parole di Giuseppe Cascini di Area che, pur votando alla fine per Lo Voi, accusa il Consiglio di non avere avuto un «sussulto di dignità» riproponendo il suo nome come capo dei pm romani. Difficile dire cosa adesso potrà fare Prestipino, dopo una vicenda che si è conclusa non senza strascichi. Certo, da ieri nell’esemplare “risiko delle procure” entra di diritto anche la casella di capo della Procura di Palermo, lasciata libera da Lo Voi.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©