Professione e Mercato

Contributi avvocati 2023: la Cassa insiste per l'esonero

Cassa Forense informa di aver presentato invito formale ai ministeri vigilanti per riesaminare il provvedimento di diniego e di aver presentato ricorso al Tar

di Marina Crisafi

Cassa Forense insiste per l'esonero dei contributi 2023 dovuti dagli avvocati dopo il diniego dei ministeri vigilanti. A tal fine, informa l'ente, è stato rivolto invito formale ai dicasteri per il riesame del provvedimento che impone la riscossione del contributo integrativo obbligatorio per l'anno in corso, oltre ad essere stato presentato ricorso al Tar Lazio.

Contributo minimo integrativo 2023: la vicenda
La questione, si ricorda, risale al marzo scorso, quando i ministeri hanno negato l'approvazione della delibera adottata dal Comitato dei Delegati in data 16 settembre 2022, concernente l'estensione al 2023 dell'esonero dal pagamento del contributo integrativo minimo. Lo stesso, infatti, era stato temporaneamente sospeso per gli anni dal 2018 al 2022.
Dopo la decisione dei ministeri, la Cassa ha reso noto di essere costretta a porre in riscossione, con la rata del 30 settembre 2023, anche tale contributo, nella misura rivalutata di euro 770, salva diversa decisione del Giudice amministrativo o ripensamento degli stessi ministeri vigilanti.

L'invito ai ministeri e il ricorso al Tar
Una decisione inaspettata, scrive l'ente previdenziale degli avvocati, "posto che la delibera in questione era funzionale all'entrata in vigore, a partire dal 2024, della riforma strutturale della Previdenza forense, già all'esame degli stessi Ministeri".
L'esonero, inoltre, "avrebbe comportato un costo stimato in circa 25 milioni di euro, cifra assolutamente compatibile con gli equilibri finanziari di lungo periodo dell'Ente".
Il parere diverso dei vigilanti ha spinto, dunque, il Cda di Cassa Forense a rivolgere invito formale ai ministeri a voler riesaminare il provvedimento con il quale viene imposto di fatto la riscossione del contributo minimo integrativo obbligatorio per quest'anno.
La Cassa, comunque, nelle more, ha presentato "ricorso al Tar del Lazio per garantire la tutela più ampia dei diritti dei propri iscritti".

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