Giustizia

Csm: Curzio resta presidente della Cassazione

Il plenum del Csm, in una seduta presieduta dal capo dello Stato, ha confermato con nuove motivazioni la nomina

Pietro Curzio resta il presidente della Cassazione. Il plenum del Csm, in una seduta presieduta dal capo dello Stato, ha confermato con nuove motivazioni la nomina fatta nel 2020 e annullata dal Consiglio di Stato, che con due sentenze rese pubbliche il 14 gennaio scorso ha "decapitato" l'intero vertice della Cassazione facendo decadere anche la vice di Curzio, Margherita Cassano.

I tre voti contrari sono stati quelli dei consiglieri togati Sebastiano Ardita (Autonomia&Indipendenza), dell'indipendente Nino di Matteo e del laico della Lega Stefano Cavanna. Si sono astenuti i togati Concetta Grillo e Michele Ciambellini, di Unicost, e Carmelo Celentano.

La decisione arriva alla vigilia della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario, che si terrà domani, in cui il presidente della Cassazione tiene la relazione sullo stato della giustizia alla presenza delle più alte cariche dello Stato. La cerimonia era stata indetta (con decreto del 16 dicembre alle ore 11.00, nell'Aula Magna) proprio dal Presidente Curzio in forma ridotta, ma "con invito del Capo dello Stato ", a causa della "perdurare dell'emergenza epidemiologica".

La riunione, dunque, si legge nel decreto, "dovrà svolgersi anche quest'anno nel più attento rispetto dei protocolli e delle linee guida vigenti, nonché delle regole di distanziamentosociale, e con l'adozione di tutte le opportune misure di prevenzione del contagio" con un numero di partecipanti "limitato ai soli protagonisti istituzionali, e che gli interventi dovranno essere concisi, in modo che la cerimonia duri complessivamente un'ora".

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