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Apple perde il marchio "Think Different" per non averne fatto uso effettivo per un quinquennio

Il Tribunale Ue conferma la decisione dell'Euipo di decadenza del segno denominativo accogliendo la domanda di Swatch

di Paola Rossi

Il Tribunale ha respinto i ricorsi presentati dalla Apple Inc. contro le decisioni dell'Ufficio europeo Euipo che avevano dichiarato la decadenza del segno denominativo "Think Different" accogliendo la domanda presentata dalla Swatch,

Lo ha stabilito con la decisione sulle cause riunite T 26/21, T-27/21 e T-28/21, che vedevano Apple contro l'Euipo e Swatch interveniente nel procedimento.

La vicenda
Nel 1997 (T-26/21), nel 1998 (T-27/21) e nel 2005 (T-28/21), la Apple Inc. aveva ottenuto la registrazione del segno denominativo come marchio dell'Unione europea. I prodotti per i quali era stata richiesta la registrazione sono prodotti informatici (computer, terminali per computer, tastiere, hardware, software e prodotti multimediali).
Nel 2016, la Swatch Ag presentava all'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale tre domande di decadenza dei marchi "contestati". La società aveva fatto rilevare che i marchi contestati "non erano stati oggetto di un uso effettivo" per i prodotti in questione "per un periodo ininterrotto di cinque anni".
Nel 2018, la divisione di annullamento Euipo dichiarava la decadenza dei marchi contestati per tutti i prodotti con efficacia a partire dal 2016.
Apple presentava opposizione che veniva respinta dalla commissione di ricorso, per cui nel 2021 adiva il Tribunale dell'Unione europea, che con la decisione attuale ha respinto tutti e tre i ricorsi della società. A suo giudizio, la Apple avrebbe dovuto dimostrare dinanzi all'Euipo l'uso effettivo di tali marchi per i prodotti di cui trattasi nei cinque anni precedenti il deposito della domanda di decadenza della Swatch.
Invece, secondo la Apple la commissione di ricorso non aveva preso in considerazione l'elevato livello di attenzione del pubblico di riferimento. In particolare, contestava la conclusione secondo cui al pubblico di riferimento sarebbero facilmente sfuggite le etichette apposte sulla confezione di computer iMac riportanti i marchi contestati.

La decisione
Secondo il Tribunale, la Apple non ha dimostrato che l'invocata presa in considerazione dell'elevato livello di attenzione del pubblico di riferimento avrebbe conseguenzialmente indotto la commissione di ricorso ad affermare che i consumatori avrebbero esaminato la confezione dei computer osservandola nei minimi dettagli e prestando una particolare attenzione ai segni denominativi in contestazione. Perciò il Tribunale respinge la censura della Apple secondo cui la commissione di ricorso non avrebbe erroneamente tenuto conto dei dati di vendita dei computer iMac nell'insieme dell'Unione, esposti in una dichiarazione testimoniale del 23 marzo 2017. In effetti, le relazioni annuali per gli anni 2009, 2010, 2013 e 2015, allegate alla suddetta dichiarazione, contengono solo informazioni sulle vendite mondiali nette di computer iMac e non forniscono alcuna precisazione in merito ai dati di vendita dei computer iMac nell'Unione.

Distintività e uso effettivo
Respinta perché infondata la contestazione di Appple contro il giudizio di mancata distintività dei segni denominativi: infatti il Tribunale fa rilevare che la commissione di ricorso non ha escluso tale carattere distintivo, ma lo ha definito "piuttosto debole".
Infine, il Tribunale fa rilevare che le conclusioni della commissione di ricorso sul carattere distintivo dei marchi contestati non sono contraddette dall'insieme di elementi di prova volti a dimostrare l'uso effettivo dei marchi. Infatti, sebbene tra gli elementi di prova dell'uso effettivo depositati presso l'Euipo vi siano numerosi articoli di stampa che menzionano il successo della campagna pubblicitaria intitolata «Think Different» al momento del suo lancio nel 1997, tali articoli di stampa, tuttavia, risalgono a più di dieci anni prima del periodo rilevante.

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