Comunitario e Internazionale

Google paga l'abuso di posizione dominante attuato con le condizioni di preinstallazione dei servizi "mobile"

Oltre 4 miliardi di euro per il "congelamento" della concorrenza imposto a produttori di telefonia e fornitori di reti mobili

di Paola Rossi

Il Tribunale Ue conferma l'abuso di posizone dominante realizzato da Google che imponeva obblighi di preinstallazione in relazione al sistema operativo Android ai produttori e operatori di telefonia mobile al fine di poter ottenere una partecipazione agli utili pubblicitari. Google imponeva tra gli altri anche di non metter a disposizione servizi di ricerca on line concorrenti.

Con la sentenza sulla causa T 604/18 il Tribunale ha ridotto del 5% la più onerosa sanzione antitrust mai comminata in Europa, confermando la decisione della Commissione europea ad eccezione degli accordi imposti in materia di ripartizione del fatturato pubblicitario in base al portafoglio.

Il Tribunale conferma per il resto il ragionamento della Commissione europea che ha individuato come illegittime restrizioni della concorrenza gli altri due tipi di accordi contrattuali imposti dal gigante statunitense:
- accordi di distribuzione, che impongono ai produttori di dispositivi mobili di preinstallare le applicazioni di ricerca generica (Google Search) e di navigazione (Chrome) per poter ottenere da Google una licenza operativa per il suo portale di vendita (Play Store)
e
accordi antiframmentazione, che condizionano la concessione delle licenze operative necessarie alla preinstallazione delle applicazioni Google Search e Play Store da parte dei produttori di dispositivi mobili all'impegno di questi ultimi ad astenersi dal vendere dispositivi equipaggiati con versioni del sistema operativo Android senza l'approvazione di Google.
Secondo la Commissione, le restrizioni avevano tutte lo scopo di proteggere e rafforzare la posizione dominante di Google in materia di servizi di ricerca generica e gli introiti ottenuti dagli annunci pubblicitari collegati a tali ricerche on line. Infatti, il modello commerciale di Google è basato sull'interazione tra prodotti e servizi offerti gratis agli utenti e servizi di pubblicità che sfruttano i dati degli internauti.

Android
Google proponeva il sistema operativo Android, di cui, nel luglio 2018, erano equipaggiati circa l'80% dei dispositivi mobili intelligenti utilizzati in Europa. Diverse denunce indirizzate alla Commissione l'hanno indotta ad avviare una procedura nei confronti di Google, relativamente ad Android, il 15 aprile 2015. Da cui la decisione del 18 luglio 2018 di sanzionare Google per abuso della sua posizione dominante realizzata con restrizioni contrattuali anticoncorrenziali imposte ai produttori di dispositivi mobili nonché agli operatori di reti mobili. In alcuni casi sin dal 1° gennaio 2011.

Mercati rilevanti ai fini del dominio
La Commissione ha individuato, in una prima fase, quattro tipi di mercati rilevanti, ossia:
- il mercato mondiale (Cina esclusa) della concessione di licenze per sistemi operativi per dispositivi mobili intelligenti;
- il mercato mondiale (Cina esclusa) dei portali di vendita di applicazioni per Android;
- i vari mercati nazionali (ambito See) di fornitura di servizi di ricerca generica;
- il mercato mondiale dei navigatori Internet per dispositivi mobili non specifici di un sistema operativo.
E, in una seconda fase, la Commissione ha concluso nel senso della detenzione, da parte di Google, di una posizione dominante sui primi tre mercati. Pur affermando che tutti questi mercati siano comunque tutti complementari, perché interconnessi, in considerazione della strategia globale attuata da Google per promuovere il proprio motore di ricerca, integrandolo in quello che può essere definito un «ecosistema».
Sulla definizione del perimetro del mercato della concessione di licenze per sistemi operativi per dispositivi mobili intelligenti e sulla valutazione della posizione occupata da Google, il Tribunale constata che la Commissione "sfugge" alle censure di Google quando afferma che i sistemi operativi esclusivamente utilizzati da programmatori verticalmente integrati, quali l'iOS di Apple o Blackberry, definiti «senza licenza», non fanno parte del medesimo mercato, dato che i produttori di dispositivi mobili terzi non possono ottenerne la licenza. Infatti, la posizione dominante di Google su questo mercato non è messa in discussione dal "vincolo concorrenziale indiretto" esercitato dal sistema operativo senza licenza proposto da Apple, ad esempio.
Il Tribunale conferma perciò che "la natura aperta della licenza operativa del codice sorgente Android" non costituiva vincolo concorrenziale sufficiente a controbilanciare la posizione dominante.
Le condizioni di preinstallazione imposte ai produttori di dispositivi mobili giudicate abusive seconodo la Commissione generavano una «tendenza allo status quo», derivante dall'inclinazione degli utenti a servirsi delle applicazioni di ricerca e navigazione a loro disposizione incrementando in modo significativo e duraturo l'uso del servizio in questione, senza che questo vantaggio possa essere compensato dei concorrenti di Google.
Infatti, anche se le condizioni imposte da Google non vietavano la preinstallazione di applicazioni concorrenti, ciò nondimeno un siffatto divieto è previsto, per i dispositivi interessati, dagli accordi di ripartizione del fatturato - sia gli accordi di ripartizione del fatturato per portafoglio, sia gli accordi di ripartizione del fatturato per dispositivi, che li hanno sostituiti : più del 50% dei dispositivi Google Android venduti dal 2011 al 2016.

In conclusione il ricorso proposto da Google è essenzialmente respinto dal Tribunale, il quale si limita ad annullare la decisione dell'Antitrust europeo soltanto nella parte in cui afferma che gli accordi di ripartizione del fatturato per portafoglio costituirebbero in sé un abuso.


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