Comunitario e Internazionale

Superlega, Corte Ue: monopolio Uefa e Fifa è contrario al diritto comunitario

Lo hanno stabilito i giudici di Lussemburgo nella causa C-333/21 decidendo a seguito del ricorso della European Superleague Company al Tribunale commerciale di Madrid (Spagna)

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di Francesco Machina Grifeo

Le norme FIFA e UEFA che subordinano alla loro previa approvazione qualsiasi nuovo progetto calcistico interclub, come la “Super League”, e vietano ai club e ai giocatori di giocare in tali competizioni, sono illegali. Non esiste infatti un quadro normativo FIFA e UEFA che garantisca che trasparenza, obiettività e condizioni non discriminatorie e proporzionate. Allo stesso modo, le norme che attribuiscono alla FIFA e all’UEFA il controllo esclusivo sullo sfruttamento commerciale dei diritti sono idonee a restringere la concorrenza, considerata la loro importanza per i media, i consumatori e i telespettatori dell’Unione europea. Lo ha stabilito la Corte Ue nella causa C-333/21 (European Superleague Company).

Immediato il commento del direttivo della Juventus Club Parlamento: “La Corte di giustizia Ue si è espressa a favore delle osservazioni fatte sulla Superlega, confermando un abuso di posizione dominante assolutamente sproporzionato da parte di Uefa e Fifa. Ancora una volta il tempo è galantuomo: il Presidente Andrea Agnelli, che ringraziamo per il coraggio di averci sempre messo la faccia, ha combattuto una battaglia per la libertà dello sport e del mercato”.

“Oggi è un grande giorno per la storia del calcio e dello sport”: ha invece commentato Florentino Pérez, presidente del Real Madrid. “Il calcio europeo dei club non è e non sarà mai più un monopolio”, ha aggiunto in un video diffuso dalla società. “Abbiamo il dovere e la responsabilità di dare al calcio europeo il nuovo impulso di cui ha tanto bisogno: continueremo a sostenere un progetto moderno - aggiunge -, pienamente compatibile con le competizioni nazionali, aperto a tutti, basato sul merito sportivo e che imporrà in modo effettivo il rispetto del Fair Play finanziario”.

La vicenda era iniziata il 19 aprile 2021, quando 12 grandi club europei (Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid, Manchester United, Manchester City, Chelsea, Arsenal, Tottenham, Liverpool, Juventus, Inter e Milan) avevano annunciato il loro accordo di principio per lanciare un progetto chiuso, appunto la Superlega, in concorrenza con la Champions League organizzata dalla Federcalcio europea. Di fronte alle proteste e alle minacce di pesanti sanzioni da parte di Uefa e Fifa, il progetto si era rapidamente sgonfiato, con la retromarcia quasi immediata di nove club. L’ultima ad arrendersi è stata la Juventus, che ha rinunciato definitivamente lo scorso luglio. Sono così rimaste solo Real Madrid e Barçellona, unite nella Società di Superlega Europea (ESLC) che hanno portato il caso davanti tribunale commerciale della capitale spagnola, che a sua volta ha deferito la questione alla Corte di Lussemburgo.

La FIFA e la UEFA, spiega la Corte Ue, sono associazioni di diritto privato con sede in Svizzera. Il loro obiettivo è promuovere e definire il quadro per il calcio a livello mondiale ed europeo. Hanno adottato norme che conferiscono loro il potere di approvare le competizioni calcistiche interclub in Europa e di sfruttare i vari diritti mediatici relativi a tali competizioni.

La Corte osserva che l’organizzazione di competizioni calcistiche interclub e lo sfruttamento dei diritti mediatici devono rispettare le regole della concorrenza e le libertà di movimento. La Corte ritiene poi che i poteri della FIFA e della UEFA non sono “trasparenti, oggettivi, non discriminatori e proporzionati”: la FIFA e la UEFA stanno quindi abusando di una posizione dominante.

Inoltre, data la loro natura arbitraria, le loro norme in materia di approvazione, controllo e sanzioni devono essere considerate restrizioni ingiustificate alla libera prestazione dei servizi.

Ciò non significa, precisa la Corte, che una competizione come il progetto della Superlega debba necessariamente essere approvata. La Corte, infatti, non si pronuncia su questo progetto specifico.

Osserva però che le norme FIFA e UEFA relative allo sfruttamento dei diritti mediatici sono tali da arrecare danno ai club calcistici europei, a tutte le società operanti nei mercati dei media e, in ultima analisi, ai consumatori e ai telespettatori, impedendo loro di godere di nuove e concorsi potenzialmente innovativi o interessanti.

Spettarà, tuttavia, al Tribunale di Commercio di Madrid verificare se tali norme possano comunque avvantaggiare diversi attori del calcio, ad esempio garantendo una redistribuzione solidale degli utili generati da tali diritti.

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