Giustizia

Nordio, sanzioni per comportamenti inopportuni dei magistrati - Insorge l’Anm

Si riaccende lo scontro politica-magistratura dopo la pubblicazione da parte di due quotidiani della risposta del Guardasigilli ad una interrogazione del senatore Gasparri

di Francesco Machina Grifeo

“Resta tema centrale per questo governo l’eventuale reintroduzione nel nostro ordinamento, tra i doveri del magistrato, del divieto di tenere comportamenti, ancorché legittimi, che compromettano la credibilità personale, il prestigio e il decoro del magistrato o il prestigio dell’istituzione giudiziaria”. È quanto scrive il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo a un’interrogazione parlamentare firmata dal capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri. La risposta del Guardasigilli è riportata oggi da Il Messaggero ed Il Fatto. L’ipotesi di una revisione delle sanzioni disciplinari per i magistrati torna così ad agitare il quadro politico e la magistratura stessa.

Nel documento il ministro definisce “assai inopportune le partecipazioni dei magistrati a convegni in sedi di partito come pure l’astensione del 27 febbraio scorso, indetta dall’Associazione nazionale magistrati contro il disegno di legge costituzionale che riforma la magistratura”. Nel decreto legge giustizia, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 29 novembre, si era ventilata la possibilità di inserire un articolo, poi accantonato, che prevedeva l’avvio dell’azione disciplinare per i magistrati che non si astengono dai procedimenti “quando sussistono gravi ragioni di convenienza”. Una misura ribattezzata “legge-bavaglio” dall’opposizione e dall’Anm che protestarono contro il provvedimento, poi stralciato dal decreto ed accantonato.

Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Cesare Parodi, commenta: “Apprendo con stupore e amarezza che il governo avrebbe intenzione di introdurre un illecito disciplinare delineato con una formula estremamente indeterminata: ’[…] ogni […] comportamento tale da compromettere l’indipendenza, la terzietà e l’imparzialità del magistrato, anche sotto il profilo dell’apparenza’. Ciò verrebbe a costituire un inquietante monito rispetto allo svolgimento delle attività quotidiane e della vita di relazione dei magistrati”.

“Certamente, i magistrati devono essere imparziali rispetto alle parti in causa ma non si può chiedere loro di non partecipare al dibattito generale sulla giustizia e sui diritti, ovviamente con sobrieta’”. Così il segretario di Area Democratica per la giustizia Giovanni Zaccaro. “Altrimenti - prosegue Zaccaro - si chiederebbe ai magistrati di non avere idee (cioè di essere stupidi) oppure di averle e non manifestarle (cioè di essere ipocriti)”.

Mentre Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, afferma: «Capiamo lo stupore e l’amarezza dell’Anm nell’apprendere proprio dal ministro che dovrebbe occuparsi dell’efficienza del sistema giudiziario della vaga ma tagliente intenzione di introdurre un illecito disciplinare contro i magistrati per comportamenti, a dire del ministro “ancorchè legittimi, che compromettono la credibilità personale, il prestigio e il decoro del magistrato o il prestigio dell’istituzione giudiziaria”. Una frase contorta per dire che vogliono tappare la bocca alla magistratura: comprensibile l’amarezza espressa dall’Anm alla quale va la nostra solidarietà».

Di tutt’altro registro la reazione del presentatore della interrogazione. “Voglio ringraziare pubblicamente il ministro della Giustizia Nordio - sottolinea Gasparri in una nota - per le risposte a una serie di mie interrogazioni riguardanti la condotta di alcuni magistrati, tra i quali i noti Cascini, Santalucia, Albano ed altri”. “Si tratta - spiega - di interrogazioni del 30 maggio 2023, del 22 ottobre 2024 e dell’11 novembre 2024. Nelle risposte alle mie domande, che attengono al dovere dei magistrati di tenere comportamenti imparziali e di evitare atteggiamenti pubblici che possano apparire di parte e quindi tali da creare pregiudizio alla funzione della magistratura, il ministro Nordio, tra l’altro, afferma che ’si coglie con favore l’occasione offerta dall’atto di sindacato ispettivo per rappresentare che è fermo intendimento del governo rimette mano alla vicenda degli illeciti disciplinari previsti dalla legge e ciò anche in attuazione dell’articolo 4 del disegno di legge di riforma costituzionale, già approvato in prima lettura alla Camera e attualmente in corso di esame in commissione al Senato’. In pratica il governo - dice Gasparri - attuando la riforma costituzionale, vuole intervenire sulla materia degli illeciti disciplinari e delle relative sanzioni che riguardano la magistratura”. «La risposta - dice Gasparri - cita una serie di sentenze e pronunciamenti che censurano “ogni comportamento tale da compromettere l’indipendenza, la terzietà e l’imparzialità del magistrato anche sotto il profilo della apparenza”».

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