Corte di giustizia: all’Italia il record dei rinvii pregiudiziali - Boom di cause e definizioni
Aumentano le cause promosse e definite presso la Cgue ma si allungano i tempi delle decisioni e aumentano le cause pendenti. Il Tribunale, invece, migliora il suo risultato con 922 cause definite e riduce le cause pendenti. Si attendono gli effetti della riforma 2024
Cresce il numero delle cause definite nel 2024 presso la Corte di giustizia e il Tribunale Ue: sono state 1.785 in tutto, a fronte delle 1.687 del 2023 (1.666 nel 2022 e 1723 nel 2021). Diminuisce, poi, complessivamente il numero di procedimenti pendenti davanti ai due organi giurisdizionali: 2.508 nel 2024, erano 2.587 nel 2023 (ma con esiti diversi per i due gradi). Crescono invece i tempi di trattamento delle cause. Presso la Corte di giustizia, la durata media delle domande pregiudiziali è passata da 16,8 mesi nel 2023 a 17,2 mesi nel 2024; quella dei ricorsi diretti da 20,8 mesi a 21,5 mesi. Calano i tempi invece per le cause sottoposte al procedimento pregiudiziale d’urgenza: da 4,3 nel 2023 a 3,3 mesi nel 2024.
Anche presso il Tribunale Ue la durata media registra un leggero aumento, attestandosi a 18,5 mesi nel 2024 per le cause definite con sentenza o con ordinanza (contro 18,2 nel 2023) e a 22,1 (contro 21 nel 2023) prendendo in considerazione le sole cause definite con sentenza.
La fotografia viene fuori dalle statistiche giudiziarie 2024 pubblicate oggi della Corte di giustizia dell’Unione europea.
Tornando alla Corte Ue, l’alto numero di cause definito resta comunque inferiore al numero di cause promosse, ne è conseguito un aumento del numero delle cause pendenti, che si attestava a 1.206 al 31 dicembre 2024, si tratta del numero più elevato mai registrato negli annali della Corte di giustizia. Fa meglio il Tribunale che con 922 cause definite nell’anno, ha ridotto la quantità di cause pendenti: le cause definite hanno superato di 136 unità quelle entranti. Le cause pendenti erano, al 31 dicembre 2024, 1.302; si tratta del numero più basso dal 2015.
Il prossimo anno si vedrà l’impatto che, su questi numeri, avrà la riforma entrata in vigore nell’ottobre 2024 che ha trasferito al Tribunale parte della competenza pregiudiziale della Corte in sei materie specifiche (es. IVA, dogane, trasporti). Nei primi tre mesi, il Tribunale ha ricevuto 19 domande pregiudiziali da 12 Stati membri.
Le 920 cause promosse alla Corte Ue (+12% rispetto all’anno precedente) hanno riguardato soprattutto la tutela dei consumatori e dell’ambiente, la politica sociale e i trasporti, la concorrenza e gli aiuti di Stato. Un numero elevato di cause ha riguardato anche la politica economica e monetaria, le misure relative all’Ucraina, nonché lo Spazio di libertà, sicurezza e giustizia. I giudici hanno definito 863 cause nell’anno, un numero quasi identico al record di cinque anni fa (865).
Per quanto concerne il Tribunale, delle 786 cause promosse, sono in lieve diminuzione quelle relative al diritto della proprietà intellettuale, in forte diminuzione quelle sulla politica economica e monetarie. Sono sei le cause in materia di regolazione dei mercati e dei servizi digitali; mentre il Tribunale non ha ancora ricevuto cause riguardanti l’attuazione, da parte della Commissione, degli obblighi materiali che incombono su tali operatori economici, cause che potrebbero alimentare il contenzioso nei prossimi anni.
Interessante poi l’analisi della provenienza geografica con l’Italia primatista. Mentre, infatti, i rinvii italiani erano infatti fortemente diminuiti nel 2023, il loro numero è cresciuto fortemente nel 2024, arrivando quasi ad un centinaio di domande pregiudiziali (98, contro 43 solo nel 2023). Il numero di rinvii proposti dagli organi giurisdizionali tedeschi ha invece seguito una tendenza inversa: con 66 rinvii, è il numero più basso degli ultimi quindici anni (si attestava ancora a 94 nel 2023 e a 140 tre anni prima (2020). Infine, il numero di rinvii proposti dagli organi giurisdizionali polacchi è rimasto stabile, essendosi rivolti tali giudici alla Corte di giustizia in 47 occasioni nel 2024 (rispetto a 48 dell’anno precedente). Seguono, nell’ordine, gli organi giurisdizionali austriaci (39), bulgari (38) e belgi (36).
Il Presidente della Corte, Koen Lenaerts, ha sottolineato il ruolo dell’istituzione nella tutela dei valori fondamentali dell’UE “in un contesto globale complicato”. Mentre il Presidente del Tribunale, Marc van der Woude, ha evidenziato la preparazione dell’organo per le nuove competenze e responsabilità dal 2025.