Al tribunale delle acque pubbliche gli atti che incidono su loro regime e demanio
Spetta alla giurisdizione del Tribunale superiore delle acque pubbliche in sede di cognizione diretta in unico grado - ai sensi dell'art. 143, lett. a), del regio decreto n. 1775 del 1933 - ogni controversia sugli atti amministrativi in materia di acque pubbliche, intesi come quelli idonei a incidere, quand'anche non promananti da pubbliche amministrazioni istituzionalmente preposte alla cura degli interessi in materia, in maniera non occasionale, ma immediata e diretta, sul regime di quelle e del relativo demanio. Lo hanno stabilito le sezioni Unite della Cassazione con la ordinanza n. 2710 del 5 febbraio scorso.
Invece, proseguono i Supremi giudici, poiché il detto Tribunale non è il giudice delle vicende applicative delle concessioni sui beni del demanio idrico, né il garante della libera o corretta estrinsecazione delle attività che di tali concessioni formano oggetto, spetta alla giurisdizione del giudice amministrativo la controversia che abbia a oggetto provvedimenti relativi a beni dell'impresa cui quella concessione è servente, adottati in preminente considerazione di interessi ambientali, urbanistici o di gestione del territorio, siccome non direttamente e immediatamente incidenti sul regime di sfruttamento delle acque e del demanio
Il caso specifico - Nella specie, risultando impugnati provvedimenti amministrativi di ingiunzione di rimozione di beni e materiali di modesta incidenza ma lesivi sotto il profilo urbanistico-edilizio o ambientale, atti di accertamento di dette violazioni, dinieghi di concessioni in sanatoria, variazioni di previsioni generali del piano urbanistico, tutte relative a infrastrutture di un'impresa titolare di concessione di derivazione di acqua per uso di allevamento ittico e di pesca sportiva, con obbligo di restituzione dell'intera portata al medesimo corso d'acqua a quota sottostante e con prescrizioni sulla forma del laghetto destinato alla pesca sportiva). (Principio enunciato in motivazione, ai sensi dell'art. 384 Cpc).
Giurisdizione di legittimità del Tribunale superiore delle acque pubbliche - Nella stessa ottica e, in particolare, per l'affermazione che giurisdizione di legittimità del Tribunale superiore delle acque pubbliche in unico grado ha per oggetto i ricorsi avverso provvedimenti amministrativi caratterizzati da incidenza diretta sulla materia di tali acque, ossia questioni in ordine a opere che su queste influiscano immediatamente, con la conseguenza che esorbita da tale giurisdizione e appartiene a quella del giudice amministrativo l'impugnazione del provvedimento di annullamento della concessione a edificare un impianto per lo sport e tempo libero, comprendente anche alcune vasche destinate a giochi e intrattenimenti acquatici, ancorché comportante la captazione di acque, trattandosi di provvedimento non destinato, in quanto tale, ad avere riflessi immediati sul regime delle acque secondo un criterio di efficacia diretta, e inidoneo, quindi, a fondare la competenza tecnica richiesta per verificare la validità degli atti relativi alla realizzazione; modificazione, sospensione o eliminazione di un'opera idraulica, Cassazione, sez. un., sentenza 9 novembre 1994 n. 9293, richiamata in motivazione, nella pronunzia in rassegna.
Non diversamente, in altre occasioni, si è precisato che esorbita dalla giurisdizione del Tribunale superiore delle acque pubbliche e appartiene a quella del giudice amministrativo l'impugnazione di una concessione edilizia, trattandosi di provvedimento non destinato, in quanto tale, ad avere riflessi immediati sul regime delle acque secondo un criterio di efficacia diretta, e inidoneo, quindi, a fondare la competenza tecnica richiesta per verificare la validità degli atti relativi alla realizzazione, modificazione, sospensione o eliminazione di un'opera idraulica, Cassazione, sez. un., 10 dicembre 1993, n. 1216. (Analogamente, le controversie riguardanti in via riflessa e indiretta il regime delle acque pubbliche appartengono alla giurisdizione di legittimità del giudice amministrativo: tra queste ultime cause devono essere incluse quelle relative all'impugnazione dei provvedimenti di rigetto delle domande di concessione edilizia, Cassazione, sez. un. 25 settembre 1997 n. 9430, resa in una controversia sull'edificabilità in zone nelle quali si trovavano sorgenti naturali).
In termini generali, giurisdizione di legittimità in unico grado attribuita al Tribunale superiore delle acque pubbliche con riferimento ai ricorsi per incompetenza, per eccesso di potere e per violazione di legge avverso i provvedimenti definitivi presi dall'amministrazione in materia di acque pubbliche, sussiste quando i provvedimenti amministrativi impugnati incidano direttamente sul regime delle acque pubbliche, nel senso che concorrano, in concreto, a disciplinare la gestione e l'esercizio delle opere idrauliche o a determinare i modi di acquisto dei beni necessari all'esercizio e alla realizzazione delle opere stesse o a stabilire o modificarne la localizzazione o a influire nella loro realizzazione mediante sospensione o revoca dei relativi provvedimenti, Cassazione, sez. un., sentenza 20 novembre 2008 n. 27728, che ha affermato la giurisdizione del Tribunale superiore delle acque pubbliche riguardo alla impugnazione degli atti di gara per pubblico incanto concernente l'affidamento della progettazione e della esecuzione dei lavori relativi a opere incidenti sul regime delle acque pubbliche, in quanto dirette a trasferire l'acqua, tramite una galleria, e ad utilizzarla, tramite una centrale idroelettrica.
La giurisdizione del giudice amministrativo - La giurisdizione del giudice amministrativo (e non del Tribunale superiore delle acque) è stata ritenuta, altresì, con riguardo:
- alla controversia concernente la voltura di una subconcessione di derivazione per impianto idroelettrico, precedentemente autorizzata e formalizzata attraverso specifica convenzione, trattandosi di giudizio avente a oggetto atti solo strumentalmente inseriti in procedimenti finalizzati a incidere sul regime delle acque pubbliche, in cui rileva esclusivamente l'interesse al rispetto delle norme di legge nelle procedure amministrative funzionali all'affidamento di concessioni o appalti di opere relative a tali acque, Cassazione, sez. un., ordinanza 21 marzo 2017 n. 7154;
- alla controversia vertente sull'annullamento dei provvedimenti conclusivi del procedimento amministrativo per il rilascio dell'autorizzazione allo scarico di un deposito di carburanti, nella parte in cui detto scarico viene assoggettato a limiti più restrittivi rispetto a quelli previsti dal decreto legislativo n. 152 del 1999, atteso che ciò che viene maggiormente in rilievo sono i limiti imposti, in sede di autorizzazione, allo scarico di acque che, derivando dal trattamento di depositi di carburante, assumono la qualità di rifiuti, Cassazione, sez. un., sentenza 31 luglio 2017 n. 18976, che evidenzia come nella specie si tratta di prescrizioni che afferiscono essenzialmente alla disciplina degli scarichi industriali, rispetto alla quale operano prescrizioni tecniche, l'accertamento della legittimità delle quali rientra nella giurisdizione generale di legittimità e non anche in quella, delineata dall'art. 143, comma 1, del regio decreto n. 1775 del 1993, del tribunale superiore delle acque pubbliche .
Cassazione – Sezioni Unite – Ordinanza 5 febbraio 2020 n. 2710