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Ambiente e diritti umani, ai nastri di partenza la CSDDD

La Direttiva entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della UE, gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire le nuove disposizioni

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di Amine Moughanime*

Dopo l’approvazione del Parlamento europeo a fine maggio 2024, anche il Consiglio dell’UE ha approvato la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (“ CSDDD ”). Tale direttiva impone un dovere di diligenza sulle aziende finalizzato a ridurre il loro impatto negativo sull’ambiente e sui diritti umani. Il testo è frutto di una serie di trattative con gli Stati membri avvenute negli ultimi mesi.

Essa rappresenta un ulteriore passo avanti che le aziende dovranno intraprendere per uniformarsi alla nuova prospettiva di politica sostenibile dell’Unione Europea contenuta nel Green Deal Europeo , che ha come obiettivo la riduzione delle emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, fino ad arrivare ad impatto climatico zero entro il 2050. In particolare, il Green Deal si occupa del clima, dell’energia, dei trasporti e della tassazione, mettendo in campo, oltra alla CSDDD, diverse ulteriori iniziative in ambito di sviluppo sostenibile, ad esempio, tra le altre: la direttiva sulla rendicontazione relativa alla sostenibilità aziendale cosiddetta Corporate Sustainability Reporting Directive ; il Regolamento UE 2020/852 sulla tassonomia , il Regolamento UE 2019/2088 Sustainable Finance Disclosure Regulation , oltre il cosiddetto CBAMCarbon Border Adjustment Mechanism e la Green Claims Directive. 

La CSDDD entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Gli Stati membri avranno due anni per recepire le nuove disposizioni nelle rispettive legislazioni nazionali e, ad eccezione degli obblighi di comunicazione, troveranno gradualmente applicazione alle imprese UE e alle imprese extra UE, che raggiungono le seguenti soglie di fatturato nell’UE:

• dal 2027 alle aziende con oltre 5.000 dipendenti e fatturato mondiale superiore a 1.500 milioni di euro;

• dal 2028 alle imprese con oltre 3.000 dipendenti e 900 milioni di euro di fatturato mondiale;

• dal 2029 a tutte le restanti imprese rientranti nel campo di applicazione della direttiva, cioè quelle con oltre 1.000 dipendenti e fatturato mondiale superiore a 450 milioni di euro.

Lo scopo della CSDDD è quello di promuovere comportamenti aziendali sostenibili e responsabili e ancorare il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente nella governance delle società, con l’obiettivo di ridurre gli impatti negativi derivanti dalle attività delle aziende, nelle loro filiali e nelle loro catene del valore, attraverso l’introduzione di procedure di due diligence. In altre parole, l’obiettivo della CSDDD è quello di responsabilizzare le aziende e promuovere una governance aziendale sostenibile lungo tutta la supply chain attraverso l’identificazione dei rischi effettivi o potenziali per i diritti umani e l’ambiente e stabilendo processi per mitigare tali rischi. Nello specifico, il testo della nuova direttiva si applica alle imprese e ai relativi fornitori e partner aziendali sia a monte che a valle coinvolgendo fornitori, produttori e distributori. In sostanza, si vuole combattere la schiavitù, il lavoro minorile, lo sfruttamento dei lavoratori, la perdita di biodiversità, l’inquinamento e la distruzione del patrimonio naturale.

Inoltre, la CSDDD ha come obiettivo anche l’armonizzazione delle leggi negli Stati Membri sulla due diligence ESG per garantirne il funzionamento nel mercato dell’UE. Alcuni Stati Membri e giurisdizioni dell’UE stanno già applicando i requisiti di due diligence ESG. In Germania, ad esempio, sono in vigore già da gennaio 2023 obblighi di dovuta diligenza aziendale nelle catene di fornitura (Lieferkettensorgfaltspflichtengesetz) in capo ad aziende tedesche e non tedesche registrate in Germania che hanno 3.000 o più dipendenti, prevedendo anche un impegno in materia di diritti umani e ambiente. La non conformità può comportare sanzioni fino al 2% del fatturato globale dell’azienda. Allo stesso modo, la legge francese sulla vigilanza (Loi de Vigilance) adottata nel 2017, prevede che le aziende con oltre 5.000 dipendenti in filiali con sede in Francia o con oltre 10.000 dipendenti in filiali dirette e indirette a livello globale, debbano procedere con la due diligence ambientale e sui diritti umani e sviluppare un piano per identificare e affrontare le violazioni lungo tutta la catena di fornitura. La Loi de Vigilance viene applicata attraverso sanzioni e disposizioni in materia di responsabilità civile.

La CSDDD si applicherà alle aziende con accordi di franchising o di licenza nell’UE che garantiscono un’identità aziendale comune con un fatturato mondiale superiore a 80 milioni di euro se almeno 22,5 milioni di euro sono stati generati da royalties. Saranno coperte anche le società extra-UE, le società madri e le società con accordi di franchising o di licenza nell’UE che raggiungano le stesse soglie di fatturato nell’UE.

Le piccole e medie imprese non sono direttamente interessate dalla legge, ma possono essere indirettamente coinvolte, ad esempio in qualità di fornitori di grandi aziende.

La Commissione ha proposto tre meccanismi di applicazione della CSDDD che ciascun Stato Membro dovrà attuare nella propria regolamentazione:

Meccanismo di supervisione amministrativa: il primo meccanismo prevede che gli Stati membri designino un’autorità preposta alla supervisione e all’imposizione di sanzioni efficaci e proporzionate, comprese multe e ordini di conformità. A livello europeo, la Commissione istituirà una Rete Europea delle autorità di vigilanza riunendo i rappresentanti delle autorità nazionali e garantendo un approccio coordinato;

Meccanismo di responsabilità civile: il secondo meccanismo mira a che gli Stati membri garantiscano che coloro che hanno subito un danno derivante dal mancato rispetto degli obblighi previsti dalla nuova proposta ottengano un risarcimento per i danni;

Meccanismo di incentivazione: il terzo meccanismo prevede incentivi finanziari agli amministratori che abbiano effettuato gli adempimenti richiesti dalla legge tramite l’implementazione dei propri piani aziendali.

Gli obblighi previsti nella CSDDD comportano l’implementazione da parte delle imprese delle seguenti misure:

integrazione del dovere di diligenza nelle politiche aziendali e predisposizione di relative procedure e codici di condotta, comprese le misure per verificare il rispetto di quest’ultimo;

individuazione degli effetti negativi esistenti e potenziali sull’ambiente e sui diritti umani e prevenzione e mitigazione dei potenziali impatti o eliminazione o minimizzazione degli impatti esistenti;

• istituzione e mantenimento di una procedura di reclamo per i vari stakeholder in caso di violazione della presente normativa;

• l’introduzione di specifiche garanzie contrattuali con i partner commerciali, al fine di garantire il rispetto del codice di condotta, la cui conformità dovrà essere verificata;

• monitoraggio e fornitura di comunicazioni pubbliche sulle materie disciplinate dalla CSDDD;

• predisposizione di piani atti a ridurre le emissioni compatibili con la transizione ad un’economia sostenibile;

• introduzione di forme di remunerazione variabili per gli amministratori collegate al contributo di quest’ultimi, alla strategia aziendale, agli interessi a lungo termine e alla sostenibilità delle società.

Le società dovranno inoltre adottare un piano di transizione per rendere il proprio modello di business compatibile con il limite di riscaldamento globale di 1,5°C fissato dall’Accordo di Parigi. Gli Stati membri saranno tenuti a fornire alle aziende informazioni online dettagliate sui loro obblighi di dovuta diligenza tramite portali pratici contenenti gli orientamenti della Commissione. Essi dovranno altresì designare un’autorità di vigilanza per indagare e imporre sanzioni alle imprese non conformi. Queste includeranno “ naming and shaming ”, cioè la pubblicazione delle ragioni sociali dei soggetti inadempienti, e multe fino al 5% del fatturato netto mondiale delle aziende. La Commissione istituirà la Rete europea delle autorità di vigilanza per sostenere la cooperazione e consentire lo scambio delle migliori pratiche. Le aziende saranno responsabili dei danni causati dalla violazione degli obblighi di dovuta diligenza e dovranno risarcire integralmente le loro vittime.

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*A cura di Amine Moughanime, senior associate Eptalex

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