Anche se la responsabilità genitoriale decade padre e madre devono recuperare il rapporto con il figlio
Il principio non vale solo nelle ipotesi in cui il genitore convivente maltratta o abusa del minore
“Il giudice di merito nel pronunciarsi in ordine alla decadenza dalla responsabilità genitoriale deve esprimere una prognosi sull’effettiva ed attuale possibilità di recupero, attraverso un percorso di crescita e sviluppo, delle capacità e competenze genitoriali, con riferimento alla elaborazione, da parte dei genitori, di un progetto, anche futuro, di assunzione diretta della responsabilità genitoriale, caratterizzata da cura, accudimento, coabitazione con il minore, ancorché con l’aiuto di parenti o di terzi e avvalendosi dell’intervento dei servizi territoriali”.
Il recupero del rapporto con il figlio
Questo il principio enunciato dalla Cassazione con l’ordinanza n. 32328/25. Ciò – precisano gli Ermellini – deve significare che anche nel caso in cui i genitori (o solo uno di essi) vengano privati della responsabilità genitoriale devono comunque impegnarsi a recuperare il rapporto con il figlio proprio in funzione del benessere di quest’ultimo.
La decadenza della responsabilità genitoriale
Quindi, secondo la Cassazione, l’adozione del provvedimento di decadenza, come emerge dalla lettura in combinato disposto degli articoli 330 del codice civile (“il giudice può pronunziare la decadenza dalla responsabilità genitoriale quando il genitore viola o trascura i doveri ad essa inerenti o abusa dei relativi poteri con grave pregiudizio del figlio”) e 333 del codice civile (“Quando la condotta di uno o di entrambi i genitori non è tale da dare luogo alla pronuncia di decadenza prevista dall’articolo 330, ma appare comunque pregiudizievole al figlio, il giudice secondo le circostanze, può adottare i provvedimenti convenienti e può anche disporre l’allontanamento di lui dalla residenza familiare ovvero l’allontanamento del genitore o convivente che maltratta o abusa del minore”), costituisce l’extrema ratio. In tutti gli altri casi (meno gravi) è auspicabile un ravvedimento dei genitori proprio per riprendere il “controllo” sul figlio.







