Antiriciclaggio, l'Uif aggiorna le spie dei reati tributari
Tra i destinatari principali i liberi professionisti, cui si chiede di segnalarne in caso di verifica.
Reati fiscali sotto la lente antiriciclaggio. L'Uif pubblica un documento nel quale riporta i modelli di comportamento sospetti per operatività connesse con illeciti tributari. Tra i destinatari principali i liberi professionisti, cui si chiede di segnalarne in caso di verifica.
Gli schemi, lo si ricorda, rappresentano un ausilio per i soggetti obbligati alla normativa di cui al decreto 231 del 2007 nell'individuazione delle operazioni riferibili a possibili attività di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo.
L'evasione fiscale risulta tra i reati presupposto più ricorrenti. Già nel 2010 e nel 2012 l'Uif aveva adottato schemi di anomalia, rispettivamente, per frodi sull'Iva intracomunitaria, frodi fiscali internazionali e frodi nelle fatturazioni. Il nuovo provvedimento sostituisce i due precedenti, aggiungendo nuovi modelli rispondenti a nuove prassi elusive che sono andate consolidandosi negli ultimi anni e portate all'attenzione dell'Unità, anche grazie alle segnalazioni provenienti dal settore privato.
Sono quattro gli schemi pubblicati. Il primo modello riguarda l'utilizzo ovvero l'emissione di fatture per operazioni inesistenti; il secondo le frodi sull'Iva intracomunitaria. Entrambi presentano profili soggettivi sostanzialmente simili (ad esempio, imprese di recente costituzione o imprese con forme giuridiche caratterizzate da flessibilità e semplicità) che vengono comunque ripetuti all'interno di ciascuno schema. Quanto al settore merceologico, di solito per il reato di emissione di fatture false sono maggiormente a rischio imprese edili, di commercio di automobili, beni tecnologici o alimentari, carburanti, oggetti preziosi; mentre per le frodi, i settori più utilizzati sono quelli tecnologici, tutti con aliquota Iva ordinaria (più alta rispetto a quella "speciale"), onde massimizzare il profitto illecito.
Il terzo modello è sulle frodi fiscali internazionali e altre forme di evasione fiscale internazionale (spesso attraverso trasferimento di residenza e/o detenzione di attività economiche e finanziarie all'estero); mentre il quarto sulla cessione di crediti fiscali fittizi e altri utilizzi indebiti. Quest'ultimo si riferisce, in particolare, all'attività dei professionisti, ovviamente nel senso di soggetti maggiormente a rischio di esserne veicoli anche inconsapevoli. La cessione di crediti vantati verso l'agenzia delle Entrate, infatti, può avvenire solo attraverso atto pubblico o scrittura privata autenticata, che richiede l'intervento necessario di un notaio.
È richiesta, pertanto, la massima attenzione nelle operazioni di cessione o conferimento di aziende o di relativi rami delle stesse, laddove siano prevalenti a bilancio i crediti fiscali.Gli schemi sono da considerarsi come mero supporto per i soggetti obbligati. Non è necessario – come da legge – che siano riscontrati contemporaneamente tutti i comportamenti anomali riportati per procedere alla segnalazione, così come la presenza di un solo fattore non deve essere ritenuta sufficiente per inoltrare la Sos. Queste raccomandazioni finali non devono mai sfuggire ai soggetti obbligati.