Civile

Associazione forense (Anf): "Su pignoramenti danno per cittadini e avvocati"

Di Marco: "L'interpretazione del ministero pone un inutile costo a carico del creditore procedente. Chiediamo al più presto un intervento del Ministero a rettificare"

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di Francesco Machina Grifeo

"Dal ministero della Giustizia è arrivata una decisione a danno dell'avvocatura e dei cittadini". Lo dichiara il segretario generale dell'Associazione nazionale forense, Giampaolo Di Marco, che ha scritto al Ministero una richiesta di rettifica del parere rilasciato in merito all'interpretazione dell'articolo 543.

Nei giorni scorsi a prendere carte e penna era stata la Presidente del Consiglio nazionale forense Maria Masi sollecitando, con una lettera indirizzata al D.G. del Ministero Leopizzi e inviata, per conoscenza, al capo di Gabinetto Piccirillo e ai presidenti dei Coa, un "tempestivo intervento di rettifica" rispetto a quanto indicato sempre nella nota del 20 settembre 2022 IV-DOG/03-1/2022/CA riguardo agli adempimenti imposti dall'articolo 543, 5° comma (per come novellato dalla legge n. 206/2021).

Sull'argomento si registra anche la presa di posizione dell'Organismo congressuale forense secondo cui l'interpretazione è capace di produrre "aggravio notevole di costi e tempi per il creditore procedente al cui difensore sarebbe quindi preclusa la notifica in proprio (postale o PEC) del medesimo avviso, senza considerare la possibilità (purtroppo ricorrente) di ritardi nelle comunicazioni di iscrizione a ruolo che complicano il quadro". E del Movimento forense che denuncia il rischio di un "appesantimento del processo esecutivo".

Anche per l'Associazione forense dunque la presa di posizione di Via Arenula secondo cui nei pignoramenti presso terzi l'avviso al terzo e al debitore previsto dall'articolo 543 come atto dell'esecuzione forzata è di competenza esclusiva dell'Unep (uffici notificazioni, esecuzioni e protesti), "comporta un aggravio notevole di costi e tempi per il creditore procedente al cui difensore sarebbe quindi preclusa la notifica in proprio (postale o Pec) del medesimo avviso".

"Questa interpretazione - spiega Di Marco - appare in netta contraddizione con l'evoluzione normativa che ha ampliato e sta continuando ad ampliare le facoltà di notifica in proprio dell'avvocato, nell'ottica di velocizzare i tempi della giustizia, sgravare gli Unep e rendere più agevoli le procedure".

"È chiaro - continua Di Marco - che la notifica del pignoramento presso terzi è un atto di competenza dell'ufficiale giudiziario, mentre la notifica prevista dall'art. 543, recentemente rivista dalle modifiche apportate nell'ambito degli interventi del governo sul processo civile, costituisce un semplice avviso ed è certamente un atto della parte, al pari del deposito telematico dell'atto notificato. L'interpretazione fornita dal ministero pone un inutile costo a carico del creditore procedente, già gravato di oneri economici e burocratici in procedure che spesso si rivelano infruttuose. Chiediamo al più presto un intervento del Ministero a rettificare".

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