Civile

Autovelox: regolari le sanzioni anche se le apparecchiature sono gestite da un privato

L'elemento indispensabile è che la sanzione venga amministrata dalla polizia municipale

di Giampaolo Piagnerelli

L'autovelox - utilizzato dalla polizia municipale per elevare le sanzioni in caso di superamento della velocità - può essere affidato per la gestione tecnica a una società privata. Privati, inoltre, che possono essere retribuiti con una parte degli introiti derivanti dalle sanzioni, il tutto senza collidere con la ratio dell'articolo 208 del Cds.

I fatti. Venendo al caso concreto la Cassazione (sentenza n.28719/22) , ha precisato che la società non effettuava degli accertamenti sul traffico automobilistico ma si limitava a eseguire i controlli e la taratura dell'apparecchiatura di rilevazione.

Secondo il ricorrente, però, la corresponsione di una percentuale degli introiti da parte della società avrebbe trasformato il contratto di appalto in un contratto aleatorio, in quanto il corrispettivo sarebbe stato condizionato da un "evento" - l'accertamento della sanzione - e non da un servizio effettivamente svolto con conseguente illiceità della causa e indeterminatezza dell'oggetto (del contratto).
La circostanza, poi, che la ditta fornitrice provvedesse alla taratura degli apparecchi avrebbe determinato un grave conflitto di interessi in quanto la società privata sarebbe stata interessata ad attestare il regolare funzionamento degli autovelox (nell'errato convincimento di segnalare il maggior numero possibile di violazioni).

La Cassazione, tuttavia, ha puntualizzato che la remuneratività del servizio in relazione ai proventi delle sanzioni amministrative non è rilevante dal momento che le trasgressioni stradali devono essere accertate dalla polizia municipale e non dalla società privata che quindi non ha possibilità di ottenere una maggiore "incasso" in funzione delle multe elevate.

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