Lavoro

Avvocate verso il sorpasso numerico ma il reddito resta al palo: è il 46% di quello dei colleghi maschi

Secondo i dati di Cassa forense i legali maschi guadagnano in media 54.496 euro, mentre le donne 25.073 euro<br/>

di Francesco Machina Grifeo

Complice l'innalzamento dell'età pensionabile e la contrazione delle nuove iscrizioni, negli ultimi 20 anni l'età media dei legali è aumentata di 4 anni. Cresce poi in modo costante il numero delle donne anche se si registra un pesantissimo gap nel reddito: il guadagno è pari al 46% di quello degli uomini. Dopo anni di contrazione invece è sostanzialmente invariato il reddito complessivo della categoria: nel 2019 il monte reddito totale è stato di circa 8,9 miliardi, con un leggero aumento del reddito medio rispetto all'anno precedente: 40.154 (era 39.449 euro nel 2018). Sono alcuni dei dati contenuti nel report di Cassa forense "I numeri dell'avvocatura 2020".

Entrando nel dettaglio dei numeri, come rilevato anche dalla dott.ssa Giovanna Biancofiore, su "Previdenza forense", colpisce la differenza di reddito tra i sessi. A fronte infatti di una media di circa 40.100 euro, gli avvocati di sesso maschile guadagnano 54.496 euro, mentre le donne 25.073 euro. Una percentuale che varia con l'età, riducendosi man mano che gli anni di esperienza aumentano ma che tuttavia permane anche nelle classi più giovani, per esempio sotto i 35 anni dove la componente femminile è addirittura maggiore. Ugualmente per i fatturati ai fini Iva.

Il fenomeno dunque non può essere spiegato unicamente con il fatto che le avvocate iscritte alla Cassa sono in media più giovani degli uomini: 45 anni, contro i 51 quasi dei maschi. In termini complessivi poi il numero di uomini e donne iscritti alla Cassa Forense è ormai molto vicina al pareggio: su un totale di 245.030 avvocati 117.559 sono donne e 127.471 sono uomini.

Il dato interessante che potrebbe però avere ripercussioni negative sui redditi medi della categoria se non si supera questa impressionante divaricazione nei redditi è che guardando ai soli iscritti non pensionati il numero di avvocate ha già superato i colleghi maschi: sotto i cinquant'anni il sorpasso è ormai un dato di fatto.

La percentuale femminile si riduce percentualmente al sud: su 108.234 professionisti: 49.122 infatti sono donne e 59.112 uomini. Mentre al centro su 54.898 professionisti: 26.507 sono donne e 28.391 maschi. Al nord invece su 81.898 legali, ben 41.930 sono femmine e 39.968 maschi.

In assoluto la regione con maggior concentrazione di donne è l'Umbria: oltre il 53%, poi c'è il Piemonte e l'Emilia Romagna con quasi il 52%. Fanalino di coda la Campania con meno del 43% di donne avvocato. Il primato degli ordini con più donne invece spetta a Busto Arstizio con oltre il 61% e a Rieti con oltre il 60%.

Secondo la dott.ssa Biancofiore dunque "oggi gli avvocati costituiscono una professione numericamente stazionaria, sempre più anziana e sempre più donna". "Notevoli - prosegue - sono le differenze delle capacità di guadagno tra professionisti: se si esercita la professione in una regione del nord in media si guadagna di più se la si esercita al sud; ad età più avanzata corrisponde, in media, un reddito professionale più elevato; se chi svolge la professione è una donna ha in media minori potenzialità di guadagno di un collega uomo".

Infine qualche dato sulle pensioni. A fine 2020 i trattamenti previdenziali erano 30.468 con un importo annuo medio di 28.155 euro. Poco meno della metà (14.488) è costituito da pensioni di vecchiaia, erogate soprattutto a uomini per un importo annuo medio di 39.263 euro. Invece, a causa della necessità di cancellarsi dall'albo, le pensioni di anzianità erano soltanto 1.492, per un importo medio di 36.429 euro. Erano 7.820 invece le pensioni di reversibilità per una media di 19.357 euro.

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